
Dal parlamentino sindacale al consiglio della corona
L’arrivo del Ddl sulla Buona Scuola sta distogliendo l’attenzione su altre questioni del momento, come le elezioni per il rinnovo delle RSU e le elezioni per il nuovo consiglio nazionale per la scuola.
Dopo soltanto cinquanta giorni dalle elezioni per le RSU, quasi un milione di elettori della scuola statale (docenti e Ata, di ruolo e non) sarà richiamato alle urne per eleggere un organo nazionale (il CSPI), pressoché sconosciuto al mondo della scuola.
Il CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione) andrà a sostituire il vecchio CNPI, non rinnovato per molto tempo e mantenuto in vita di proroga in proroga fino a un paio d’anni fa.
Il nuovo organismo nazionale, recuperato dagli archivi polverosi dov’era finito quindici anni fa, voluto dal ministro Berlinguer e accantonato dal ministro Moratti, sarà il nuovo organo consultivo del ministro. Snello, con i suoi 36 componenti, contro i 74 del CNPI, non sarà più quella specie di parlamentino sindacale quale è stato per tanti anni il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione.
Infatti, 58 membri del CNPI (più del 78% dell’intero Consiglio) erano eletti dal personale scolastico statale su liste sindacali.
Nel CSPI che verrà eletto il prossimo 28 aprile (un solo giorno di votazione contro i tre – troppi – per il rinnovo delle RSU) gli eletti in rappresentanza del personale scolastico statale saranno soltanto 18, esattamente la metà dell’intero CSPI.
La rappresentanza sindacale risulterà fortemente ridimensionata e vi sarà maggior spazio per il pluralismo culturale e istituzionale con l’obiettivo (e la speranza) di essere effettivamente organo di garanzia dell’unitarietà del sistema nazionale dell’istruzione.
In senso positivo potrebbe diventare un moderno consiglio della corona.
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