Da un gioco di una scuola primaria nascono 184 assessori della gentilezza. Parla la maestra che lo ha ideato

Nel 2015, in occasione della Giornata Nazionale dei Giochi della Gentilezza, gli alunni dell’allora classe 2B della Scuola Primaria del Plesso S. Francesco dell’Istituto Comprensivo F.lli Bandiera di San Giovanni in Fiore (Cs) , insieme alle loro maestre, Rosa Pignanelli e  Barbara Madia, condivisero in giocopedia della gentilezza un gioco di ruolo intitolato “capoclasse gentile”. L’associazione Cor et Amor, che gestisce il libero manuale online dedicato ai Giochi della Gentilezza, prese spunto da quel gioco e dall’approccio culturale di Antanas Mockus (ex Sindaco di Bogotà) per proiettare i contenuti ludici nella quotidianità dei “grandi”. Così nel mese di maggio del 2019, subito dopo la tornata elettorale, Cor et Amor inviò l’invito a riconoscere la delega alla gentilezza ai Sindaci dei Comuni del Canavese (TO). Ad accogliere l’insolita proposta fu Alberto Rostagno il primo cittadino di Rivarolo C.se, che nominò il primo Assessore alla Gentilezza. Oggi sono 184 i Comuni italiani, trasversali politicamente, presenti in tutte le regioni, ad avere attivato l’assessorato alla gentilezza, in molti casi sono stati gli alunni con le loro classi ad avanzare la richiesta della nomina dell’Assessore alla Gentilezza ai propri Sindaci. Sia i Giochi della Gentilezza, che la delega alla gentilezza evolsero successivamente nel Progetto Nazionale Costruiamo Gentilezza (www.costruiamogentilezza.org), che ha come obiettivo accrescere il benessere della comunità costruendo pratiche di gentilezza e mettendo bambini, ragazzi e le loro famiglie al centro, affinché la gentilezza diventi un’abitudine sociale diffusa, scadenza 21 marzo 2036.

L’attenzione e la fiducia data a un’idea condivisa dai bambini sta contribuendo all’evoluzione culturale, sociale ed economica dell’intera penisola. A volte gli adulti danno poca attenzione alle idee e alle proposte fantasiose dei bambini, eppure l’Associazione Cor et Amor e il Progetto Nazionale Costruiamo Gentilezza stanno dimostrando che anche i più piccoli possono contribuire con la propria immaginazione e il modo innovativo di vedere le cose, a generare una comunità nuova, volta al bene comune. A questo proposito, trascorsi 6 anni dalla condivisione del gioco del Capoclasse Gentile, l’insegnante Rosa Pignanelli ha risposto ad alcune domande sull’argomento.

Può raccontare un po’ di lei e della suacollega? Che tipi di insegnanti siete? Perché ritenete la gentilezza un valore da trasmettere didatticamente?

“Io e la mia collega siamo persone molto diverse ma sul piano dell’insegnamento abbiamo sempre avuto uno straordinario stile educativo condiviso. Abbiamo affrontato situazioni anche difficili parlandone e cercando sempre di tirar fuori  il meglio dalle stesse. Questo modo di lavorare ha rappresentato per i bambini un modello da imitare. ll rispetto delle regole e la discussione costruttiva, quotidiana, finalizzata a   far comprendere le problematiche che  un gruppo classe presenta, hanno rappresentato per noi i  punti di forza. II bambini attraverso  tali pratiche imparano ad ascoltare i compagni, cercando di immedesimarsi nelle  loro  situazioni  per meglio comprenderle  e  per superare le eventuali difficoltà e incomprensioni”.

Come può secondo lei il gioco condizionare in meglio la realtà?

“Il gioco ‘condiziona’ la realtà, è proprio così. Perché praticato quotidianamente diventa un modo di fare, di vivere e di conseguenza viene riportato anche negli altri ambiti di vita quotidiana, a casa, negli ambienti sportivi etc …Si diventa gentili disponibili verso gli altri e di essi ci si prende cura. Spesso sentiamo richieste del tipo lo aiuto io? Gli faccio vedere come si fa? Tali richieste gratificano noi docenti, ci restituiscono un feedback positivo, andiamo nella giusta direzione. Ovviamente in alcuni bambini tali gentilezze non avvengono spontaneamente ma pian piano anche loro si adeguano, imparano. Certo il merito non è tutto di noi insegnanti ma anche delle famiglie che condividono le stesse pratiche. Non sono così scontate!”

Cosa si prova a sapere che da un gioco della gentilezza condiviso sono nati 184 assessori alla gentilezza?

“Seguiamo on line l’evoluzione dei giochi, li pratichiamo e partecipiamo, sin dalla prima edizione, alla ‘Giornata Nazionale dei giochi della Gentilezza’ ma apprendere che l’input per la delega alla gentilezza è nata dal gioco da noi condiviso ci ha emozionate. Siamo contente abbia prodotto un risultato importante sul territorio nazionale. La gentilezza potrebbe cambiare il mondo…ne siamo convinte! Aver contribuito in parte a divulgarla ci riempie di gioia”.

Quale esperienza hai maturato in questi anni con il gioco del capoclasse gentile? Che riscontri hai avuto?

“Al momento con la collega lavoriamo su classi diverse, io in   una seconda e lei in una terza. Abbiamo continuato a fare il gioco negli anni, nelle rispettive classi e  notiamo quanto i i bambini siano desiderosi di  avere il ruolo per mettersi a disposizione  dei compagni.  I riscontri sono positivi perché  tutti, anche quelli meno predisposti, cercano di fare del loro meglio per mettersi a servizio dei compagni e dei docenti in  ogni circostanza. Anche quando  i bambini non sono direttamente coinvolti nel ruolo, notiamo che le pratiche gentili, quotidianamente allenate, producono effetti in tutto il gruppo classe. Altro aspetto positivo  è rappresentato dal fatto che le piccole disapprovazioni che normalmente succedono nelle classi vengono affrontate con modi gentili  senza tante tensioni e superate senza particolari  difficoltà. Si parla della situazione  con toni  rispettosi,  si prende la parola per chiarire la situazione per poi ritornare a lavorare e a collaborare con serenità”.

Nel gioco che hai condiviso quali sono le caratteristiche che deve avere un rappresentante gentile per contribuire al benessere della propria comunità?

“Il ruolo di ’Capoclasse gentile” abitua ciascun bambino ad assumersi responsabilità nei confronti degli altri. Controlla che l’aula sia in ordine, fa in modo che i compagni siano vicendevolmente gentili. Lo scambio continuo del ruolo permette una leadership circolare che allena tutti al garbo e alla gentilezza come stile di vita quotidiana”.