Da Blair a Brown: ‘Education, Education, Education’

Il triplice appello alla priorità dell’educazione nelle politiche sociali del governo inglese, con il quale Tony Blair aveva a suo tempo riportato i laburisti al potere dopo 18 anni di governi conservatori, è stato ripetuto in questi giorni dal suo successore annunciato Gordon Brown, attuale cancelliere dello scacchiere, l’equivalente del nostro ministro dell’economia. Uno slogan di successo, rilanciato da Brown dopo nove anni e ora utilizzato in Italia anche dalla Rosa nel pugno, che ne ha fatto il suo motto elettorale in vista del 9-10 aprile.
Gli investimenti annunciati da Brown per la scuola pubblica (che in Gran Bretagna comprende anche quella privata finanziata con fondi pubblici) sono molto consistenti: 34 miliardi di sterline (47,6 miliardi di euro) in cinque anni, con 30.000 nuovi insegnanti e cospicui fondi a disposizione dei singoli istituti, che potranno anche consorziarsi, disponendo di maggiore autonomia finanziaria, organizzativa e didattica (potranno scegliere gli insegnanti e lo staff dirigente, arricchire e diversificare i curricoli, fare accordi economici con le imprese del territorio). A pagare il conto saranno anche questa volta (Brown è recidivo) fumatori e bevitori. Aumentano infatti le tasse su sigarette, birra e vino, e cresce di 210 sterline all’anno la tassa sulle auto di grossa cilindrata.
Il fatto è che la Gran Bretagna, a differenza, per esempio, dell’Italia, può contare su buone prospettive di sviluppo economico: crescita del prodotto interno lordo fra il 2 e il 2,5% quest’anno e fra il 2,75 e il 3,25% nel 2007, con un’inflazione ferma al 2%.