Da Berlinguer a Baccini: continua il no Cgil al ruolo dei docenti di religione

Su una questione Cgil-scuola e Cisl-scuola non sono per niente d’accordo: il ruolo dei docenti di religione cattolica. Contraria la prima, favorevole la seconda.
Già ai tempi di Berlinguer la Cgil-scuola si era radicalmente opposta a due iniziative legislative: quella della parità scolastica e quella dell’immissione in ruolo dei docenti di religione cattolica.
Per quest’ultima iniziativa legislativa la critica era stata costante e si era fatta ancora più pesante quando l’anno scorso, con l’attuale maggioranza parlamentare, la proposta era diventata legge, aprendo immediatamente le vie al concorso – il primo nella storia della scuola italiana – per assumere in ruolo docenti di religione cattolica.
La Cgil-scuola ha stigmatizzato la prontezza di predisposizione e avvio della procedura concorsuale da parte del ministero. È stata anche accusata da qualche candidato bocciato alle prove orali di aver guidato alcuni commissari di esame al boicottaggio del concorso.
Nei giorni scorsi, davanti al primo provvedimento del neo ministro della Funzione Pubblica, on. Baccini, che ha fatto ratificare in Consiglio dei ministri l’immissione in ruolo di 9.229 vincitori del concorso appena concluso, la Cgil-scuola ha sferrato l’ennesimo attacco, annunciando ricorso alla magistratura per omissioni di atti d’ufficio. Baccini ha precisato che si trattava di atto dovuto.
I concorsi regionali per l’immissione in ruolo di docenti di religione cattolica erano riservati ai docenti di RC incaricati. Pertanto non c’è incidenza sostanziale di spesa, ma, ancora una volta, lo zelo del Governo per risolvere i problemi di questa categoria ha fatto saltare la mosca al naso del sindacato di Panini.