Culle sempre più vuote e banchi senza alunni

Continua il decremento delle nascite in tutta Italia anche in questo 2015, come era avvenuto negli ultimi quattro anni.

Dal bilancio demografico pubblicato nei giorni scorsi dall’Istat e relativo ai dati della popolazione da gennaio a tutto il mese di luglio 2015, risulta infatti un calo complessivo di nascite, rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso, pari al 3%.

La proiezione dell’andamento demografico a tutto il 2015 rende attendibile la flessione complessiva del numero delle nascite intorno a circa 14.700 unità, portando per la prima volta sotto il mezzo milione (circa 488 mila unità) le nascite registrate in un solo anno nel nostro Paese.

L’anno scorso, rispetto al 2013, vi erano state 11.712 nascite in meno.

Oltre al calo demografico che da tempo riguarda le famiglie italiane, è diminuito l’apporto di nascite che veniva da genitori stranieri.

Probabilmente per questa ragione nelle regioni meridionali dove sono presenti meno stranieri, il calo delle nascite è stato più contenuto.

A fine anno 2015 si prevede che nel Nord Ovest vi sanno circa 5 mila nascite in meno (a luglio erano già 2.900 in meno), nel Nord Est vi dovrebbero essere circa 2.700 nati in meno, 3.570 in meno nelle regioni del Centro, circa 1.950 al Sud e – 2.080 nelle Isole.

Se si considera che questa flessione di nascite è in atto dal 2011 e che, contro ogni previsione, è venuto anche a mancare l’aiutino dei nati stranieri stabilizzatosi intorno ai valori ai 75 mila circa all’anno, gli effetti del calo delle nascite si stanno facendo inevitabilmente sentire sulla scuola dell’infanzia che registra un sensibile calo di iscritti soprattutto nel settore paritario.