Crisi difficile, Azzolina in bilico?

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha proseguito le consultazioni per cercare di risolvere la crisi di governo. Dopo il gruppo delle Autonomie del Senato e i rappresentanti dei gruppi Misti di Camera e Senato è stato ricevuto il neonato gruppo degli Europeisti, già “responsabili”, favorevoli alla conferma di  Giuseppe Conte alla guida del costituendo nuovo governo. Nel pomeriggio, alle 16.45, è stato il turno di LeU. Subito dopo si sono svolti gli incontri più importanti, quelli con Italia Viva, guidata da Matteo Renzi, che la crisi l’ha aperta, e con il Partito democratico.

Non si possono ancora fare previsioni sull’esito della crisi. Renzi ha parlato di priorità dei contenuti rispetto alle persone, senza porre veti formali all’ipotesi di un Conte ter, ma tra i contenuti da lui indicati stanno questioni politicamente delicate e divisive come l’utilizzo del MES, la riscrittura del Recovery Fund e un cambio radicale nella politica della Giustizia. Renzi ha anche accennato criticamente ai “quattrocento milioni” sprecati per l’operazione “Banchi a rotelle”.

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Il PD ha indicato il presidente uscente Conte come candidato naturale per guidare un nuovo governo. Questo significa che anche nell’ipotesi, al momento del tutto incerta, di un governo Conte ter sostenuto dalla stessa maggioranza del Conte bis, quindi con Italia Viva, la composizione dell’Esecutivo dovrebbe comunque variare, e tra i nomi più a rischio ci sono quelli del ministro della Giustizia uscente, Alfonso Bonafede, e anche quello di Lucia Azzolina, due esponenti del Movimento 5 Stelle. Si parla anche del ministro delle infrastrutture Paola De Micheli (PD).

Il quadro cambierebbe assai più profondamente se Conte dovesse rinunciare all’incarico. La prospettiva più probabile, in tal caso, sarebbe quella della formazione di un governo politico “europeista” sostenuto dalla cosiddetta maggioranza Ursula (M5S, PD, Leu, IV, Forza Italia), oppure di un governo tecnico, o di straordinaria emergenza, affidato a Mario Draghi, ex presidente della BCE.

Maturerà l’ipotesi che garantirà, agli occhi del presidente Mattarella, maggiore coerenza programmatica e stabilità politica. Sembra comunque da escludere che la crisi porti ad elezioni politiche anticipate, che non convengono a nessuno dei partiti attualmente rappresentati tranne che, forse, a Fratelli d’Italia. Ma certamente non a un Paese alle prese con gravissimi problemi sul fronte sanitario, su quello economico e anche su quello della qualificazione del capitale umano. (ON)