Crisi di Governo, Draghi al Senato: ‘Mobilitazione degli italiani senza precedenti, dal terzo settore alla scuola’. Le possibili ripercussioni sulla scuola

Oggi, mercoledì 20 luglio, il presidente del Consiglio Mario Draghi al Senato riferisce in vista della fiducia. Al termine dell’intervento del premier ci sarà una sospensione per permettere che il discorso sia depositato alla Camera dei deputati. Le ore di discussione generale, secondo l’ipotesi della capigruppo, dovrebbero essere cinque, con repliche fino alle 16:30. La prima chiamata dovrebbe tenersi alle 18:30.  La diretta.

Draghi: ‘Mobilitazione degli italiani senza precedenti, dal terzo settore alla scuola’

Giovedì scorso ho rassegnato le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a seguito del venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il Governo sin dalla sua nascita. Il presidente Mattarella ha rifiutato le mie dimissioni per ragioni che condivido. La mia, una scelta sofferta ma dovuta”, ha detto il Premier.

Quando mi insediai “dovevamo affrontare le tre emergenze, pandemica, economica, sociale, con un Governo di alto profilo che non debba identificarsi con nessuna formula politica, ma che faccia fronte alle grandi emergenze non rinviabili. Tutti i partiti hanno scelto di rispondere positivamente a quell’appello. In quest’aula allora feci riferimento allo spirito Repubblicano di questo Governo”.

Draghi ha poi ripercorso alcune delle azioni del suo Governo: “Abbiamo reagito con assoluta fermezza alla invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Siamo convinti che l’Italia debba avere un ruolo di primo piano all’interno del G7 ma allo stesso tempo dobbiamo impegnarci per la pace. Ci siamo mossi con celerità per superare l’inaccettabile dipendenza energetica dalla Russia conseguenza di scelte miopi e pericolose. Abbiamo investito su fonti rinnovabili per aumentare la nostra dipendenza energetica. Abbiamo stanziato 33 miliardi in poco più di un anno nonostante i nostri margini fossero ristretti , grazie a una nostra credibilità internazionale. Il merito è stato vostro, che avete messo da parte le differenze per il bene del paese. La vostra è stata la migliore risposta all’appello del presidente della Repubblica. Gli italiani hanno sostenuto a loro volta questo miracolo civile e sono divenuti protagonisti. Penso al rispetto paziente delle restrizioni per frenare la pandemia, penso all’accoglienza spontanea offerta agli ucraini accolti nelle famiglie e nelle scuole con solidarietà. Mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano”.

“Non votare la fiducia a un Governo di cui si fa parte è un segno chiaro che non è possibile ignorare perché equivarrebbe a ignorare il Parlamento. Non è possibile minimizzarlo perché viene dopo mesi di strappi e ultimatum. L’unica strada se vogliamo stare insieme è ricostruire questo patto, con coraggio, altruismo, credibilitàA chiederlo , sono gli italiani. La mobilitazione degli italiani in questi giorni è senza precedenti e impossibile da ignorare: ha coinvolto il terzo settore, la scuola, l’università, il mondo dell’imprenditoria“.

Scuola: cosa accadrebbe se le dimissioni di Draghi venissero confermate?

Qualora le dimissioni del premier Draghi venissero confermate, il presidente Mattarella difficilmente vorrà tentare di dar vita ad un nuovo Governo e sarà costretto a sciogliere le Camere.
 
In questo caso l’attuale Esecutivo (fatta salva l’ulteriore complicazione delle possibili dimissioni dei ministri pentastellati) resterà in carica per l’ordinaria amministrazione fino alle elezioni anticipate, mentre il Parlamento sarà privato delle sue normali prerogative e interromperà qualsiasi attività legislativa. In questo scenario, a dir poco drammatico, quali prospettive si aprono per la scuola e per le sue riforme previste dal PNRR? Ci potrebbero essere riflessi anche sul rinnovo contrattuale per il personale scolastico?
Per il rinnovo del contratto potrebbe cadere ogni speranza di potere disporre di un incremento di risorse che soltanto la prossima legge di bilancio potrebbe assicurare.
La legge 79 che ha convertito il DL 36 in attuazione del PNRR, prevede per la scuola almeno 15 decreti di attuazione, di cui alcuni in scadenza a fine mese e uno, il 170 per la prevenzione e il contrasto alla dispersione, già pubblicato il 24 giugno scorso.
Ricordiamo che quei decreti di attuazione riguardano, tra l’altro, la formazione iniziale abilitante per i futuri docenti della secondaria, l’istituenda scuola di Alta Formazione del sistema pubblico di istruzione, la formazione incentivata, il reclutamento degli insegnanti.
 
Tra i decreti vi sono anche alcuni DPCM (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri), il primo dei quali “di concerto con i Ministri dell’istruzione e dell’università e della ricerca, da adottare entro il 31 luglio 2022″, con il quale “sono definiti i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa per la formazione iniziale”. 
 
Non è detto che la crisi di governo, con le diverse ipotesi di soluzione delineate nella precedente notizia, arresti il processo di attuazione della legge 79, che è stata approvata lo scorso 29 giugno in via definitiva dal Parlamento. Certo, potrebbe rallentarlo, ma molti degli adempimenti previsti dalle nuove norme hanno carattere meramente amministrativo, e il governo, anche se dimissionario, può procedere direttamente alla loro esecuzione (qui una utile scheda riassuntiva predisposta dalla Cisl scuola).
 

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