Cresconi i poveri con basso titolo di studio

La povertà in Italia – secondo l’Istat – è stabile da quattro anni. Il fenomeno resta per lo piu’ diffuso nel Mezzogiorno (qui risiede il 65% delle famiglie povere), fra le famiglie numerose e dove vivono anziani”.

La soglia di poverta’, calcolata sulla spesa familiare per consumi, relativa nel 2006, e’ stata fissata a 970,34 euro mensili per una famiglia di due persone, ossia piu’ 3,6% rispetto al 2005. A fronte di una stabilita’ della poverta’, resta tuttavia grave la situazione nel Mezzogiorno (dove, ad esempio, sono povere le famiglia con uno o piu’ figli raggiungono percentuali di poverta’ al 48%) e si e’ arrestato al nord il miglioramento della condizione degli anziani (dal 6,3% al 7,9%; gli anziani soli dal 5,8% all’8,2%).

“La criticita’ del sud – ha detto Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell’Istat – non si intacca. Al sud ci sono segnali non positivi sull’occupazione e molto negativi sull’inattivita’ delle donne che rinunciano addirittura a cercarsi un lavoro. E il lavoro femminile e’ un antidoto alla poverta’ familiare”.

Rispetto all’Europa, l’ Italia – ha aggiunto – registra un’ “alta disuguaglianza. Soprattutto una maggiore distanza fra ricchi e poveri del sud rispetto a ricchi e poveri del nord”. Questi, a livello territoriale, i valori di poverta’ del 2006 confrontati al 2005: Nord 4,5% e 5,2%; Centro 6% e 6,9%; Mezzogiorno 24% e 22,6%. Le regioni meno povere l’Emilia Romagna (3,9%), la Lombardia (4,7%), il Veneto (5%). Sicilia (28,9%), Calabria (27,8%) e Basilicata (23%) quelle con maggiori difficolta’.

Al nord, fra l’altro, la poverta’ risulta in crescita anche per le famiglie con a capo una persona ritirata dal lavoro (da 5,2% a 6,9%), con basso titolo di studio (da 7,7% a 9,5%) o composte da due componenti (4,2% a 5,4%).