Cresce la protesta anti-Gelmini

Ricuciamo la scuola, tagliamo la Gelmini” era lo slogan un po’ truce con il quale alcuni insegnanti e studenti, intervenuti alla manifestazione indetta dal sindacato autonomo Unicobas lo scorso 2 ottobre davanti al Ministero della Pubblica Istruzione, hanno tagliato gli abiti di un manichino con le fattezze di Mariastella Gelmini.

Non passa giorno ormai senza che si svolgano, a Roma e in tutta Italia, manifestazioni e iniziative più o meno originali contro i tagli imposti dalla legge 133 e il “maestro unico” introdotto a sorpresa con il decreto legge n. 137. “Meglio perdere un ministro che un maestro“; “Gelmini e Tremonti maestro unico“; “Genitori non lo sapete ma il tempo pieno perderete“; “Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini“, “Scuola degelminizzata” sono un piccolo campionario degli striscioni, manifesti e cartelli vari inalberati nelle manifestazioni, e spesso (purtroppo) messi in mano a bambini da adulti fin troppo convinti delle loro buone ragioni.

Particolarmente attive sono le scuole di Bologna, che lanciano per il 15 ottobre 2008, quando il provvedimento sarà all’esame del Senato, una iniziativa intitolata “La notte per la scuola. Dal mattino fino all’alba del giorno dopo per difendere la scuola pubblica“. Gli organizzatori bolognesi invitano anche tutte le altre città e scuole d’Italia a promuovere iniziative analoghe nello stesso giorno.

E’ prevedibile che le proteste si estendano e aumentino di intensità almeno fino all’approvazione definitiva del decreto legge 137, che deve essere convertito dalle Camere entro la fine del mese di ottobre, essendo stato varato dal Consiglio dei ministri il 1° settembre 2008.