Cosa fare in caso di alunni sospetti Covid?

Alunni sospetti Covid: nelle scorse settimane girava sul web una fake news che spiegava in modo errato cosa succederà a scuola. Nella fake news si terrorizzavano i genitori dicendo che i casi sospetti Covid non potranno essere avvicinati dai genitori e che saranno allontanati dalla scuola in ambulanza dopo segnalazione. Tranquillizziamo prima di tutto le mamme e papà: è tutto falso. Cerchiamo quindi di capire cosa succederà a scuola qualora un alunno presenti febbre sopra ai 37,5 gradi e altri sintomi riconducibili al Coronavirus.

A spiegare cosa fare in caso di alunno sospetto Covid è il documento “Indicazioni per la gestione di casi e focolai di Sars-Cov-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’Infanzia”. Il documento è realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, il MI, la fondazione Kessler e le Regioni Veneto ed Emilia Romagna. Con un sospetto caso positivo la scuola deve subito avvertire il referente scolastico che chiamerà i genitori dell’alunno. Il ragazzo verrà quindi accompagnato in un’aula dedicata che dovrà essere allestita in ogni scuola e, se ha più di 6 anni, dovrà indossare la mascherina. Resterà in compagnia di un adulto che rimarrà a distanza e con mascherina. Dopo che il genitore avrà preso il proprio figlio l’aula dovrà essere disinfettata. Compito delle famiglie sarà avvertire il proprio medico di famiglia e l’Asl per il tampone. Di seguito la procedura che le scuole dovranno seguire in caso di alunno sospetto Covid e indicata all’interno del documento dell’ISS.

Nel caso in cui un alunno presenti un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,5°C o un sintomo compatibile con COVID-19, in ambito scolastico

– L’operatore scolastico che viene a conoscenza di un alunno sintomatico deve avvisare il referente scolastico per COVID-19.
– Il referente scolastico per COVID-19 o altro componente del personale scolastico deve telefonare immediatamente ai genitori/tutore legale.
Ospitare l’alunno in una stanza dedicata o in un’area di isolamento.
– Procedere all’eventuale rilevazione della temperatura corporea, da parte del personale scolastico individuato, mediante l’uso di termometri che non prevedono il contatto.
Il minore non deve essere lasciato da solo ma in compagnia di un adulto che preferibilmente non deve presentare fattori di rischio per una forma severa di COVID-19 come, ad esempio, malattie croniche preesistenti (Nipunie Rajapakse et al., 2020; Götzinger F at al 2020) e che dovrà mantenere, ove possibile, il distanziamento fisico di almeno un metro e la mascherina chirurgica fino a quando l’alunno non sarà affidato a un genitore/tutore legale.
Far indossare una mascherina chirurgica all’alunno se ha un’età superiore ai 6 anni e se la tollera.
Dovrà essere dotato di mascherina chirurgica chiunque entri in contatto con il caso sospetto, compresi i genitori o i tutori legali che si recano in Istituto per condurlo presso la propria abitazione.
– Fare rispettare, in assenza di mascherina, l’etichetta respiratoria (tossire e starnutire direttamente su di un fazzoletto di carta o nella piega del gomito). Questi fazzoletti dovranno essere riposti dallo stesso alunno, se possibile, ponendoli dentro un sacchetto chiuso.
Pulire e disinfettare le superfici della stanza o area di isolamento dopo che l’alunno sintomatico è tornato a casa.
– I genitori devono contattare il PLS/MMG per la valutazione clinica (triage telefonico) del caso.
– Il PLS/MMG, in caso di sospetto COVID-19, richiede tempestivamente il test diagnostico e lo comunica al DdP.
– Il Dipartimento di prevenzione provvede all’esecuzione del test diagnostico.
– Il Dipartimento di prevenzione si attiva per l’approfondimento dell’indagine epidemiologica e le procedure conseguenti.
Se il test è positivo, si notifica il caso e si avvia la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata. Per il rientro in comunità bisognerà attendere la guarigione clinica (cioè la totale assenza di sintomi). La conferma di avvenuta guarigione prevede l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se entrambi i tamponi risulteranno negativi la persona potrà definirsi guarita, altrimenti proseguirà l’isolamento. Il referente scolastico COVID-19 deve fornire al Dipartimento di prevenzione l’elenco dei compagni di classe nonché degli insegnanti del caso confermato che sono stati a contatto nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi. I contatti stretti individuati dal Dipartimento di Prevenzione con le consuete attività di contact tracing, saranno posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell’ultimo contatto con il caso confermato. Il DdP deciderà la strategia più adatta circa eventuali screening al personale scolastico e agli alunni.
Se il tampone naso-oro faringeo è negativo, in paziente sospetto per infezione da SARS-CoV-2, a giudizio del pediatra o medico curante, si ripete il test a distanza di 2-3 gg. Il soggetto deve comunque restare a casa fino a guarigione clinica e a conferma negativa del secondo test.
– In caso di diagnosi di patologia diversa da COVID-19 (tampone negativo), il soggetto rimarrà a casa fino a guarigione clinica seguendo le indicazioni del PLS/MMG che redigerà una attestazione che il bambino/studente può rientrare scuola poiché è stato seguito il percorso diagnostico-terapeutico e di prevenzione per COVID-19 di cui sopra e come disposto da documenti nazionali e regionali.