Contratto scuola. Critici ANP e APEF

Manca nell’ipotesi di accordo ogni riferimento ai tutor e alla loro retribuzione. La giustificazione che l’ipotesi appena firmata riguardi solo la materia economica, costituisce un’aggravante: dove, se non nella parte economica, può essere definita la retribuzione dei tutor?“.
Com’era prevedibile, viste le polemiche pregresse, l’ANP, il sindacato dei dirigenti scolastici che ha recentemente aperto le porte alle “alte professionalità” della scuola, tra le quali potrebbero essere annoverati anche i tutor, non ha gradito il fatto che il contratto della scuola firmato la scorsa settimana da tutti i sindacati, autonomi e confederali, non abbia minimamente preso in considerazione questa figura, che continua ad essere oggetto di una trattativa separata (e arenata).
Riprende dunque la polemica dell’ANP contro gli aumenti a pioggia, legati al solo parametro dell’anzianità di servizio, che negano in radice, ad avviso di questa organizzazione, quella articolazione di figure e funzioni (e retribuzioni) che renderebbe possibile una vera e propria carriera professionale per gli insegnanti italiani (www.anp.it).
Forte dissenso viene manifestato anche dall’APEF (www.apefassociazione.it), il movimento fondato dallo scomparso Sandro Gigliotti dopo la sua uscita dalla Gilda, che contesta l’affermazione del ministro Moratti che il nuovo contratto abbia consentito la “valorizzazione della professionalità dei docenti e del personale ATA”. In realtà, dice l’APEF, solo per il personale ATA si dà luogo a un effettivo sviluppo professionale, perché sono previsti corsi di formazione, valutazione di titoli e crediti professionali ai quali sono collegati aumenti retributivi. Nulla di tutto questo è previsto per i docenti, per i quali la “valorizzazione” consiste in un aumento uguale per tutti. Conclusione ciceroniana dell’APEF, rivolta al Ministro (e ai sindacati firmatari): “Quousque tandem abutere patientia nostra?