Consuntivo Carrozza: più luci che ombre

Non si sa se il ministro Maria Chiara Carrozza lascerà o meno il Palazzo della Minerva, dove era entrata quasi nove mesi fa carica di impegno e di determinazione. Ma è comunque possibile tracciare un primo bilancio.

Ha operato bene? Complessivamente sì, non facendo rimpiangere il suo predecessore, il “tecnico” Francesco Profumo, anche se, proprio nei confronti di questi, c’è chi le ha rimproverato di non aver realizzato una maggiore e più incisiva discontinuità.

Ha svolto il suo lavoro nel segno di una competenza riconosciuta (mondo universitario e della ricerca) e di una buona volontà di operare (mondo della scuola).

Si è trovata nel solito pantano del precariato, uno degli aspetti più patologici dell’attuale sistema scolastico, ma ha trovato modo di fornire nuove e incoraggianti soluzioni attuali con il “suo” decreto legge 104/2013, in attesa di tempi migliori per risposte strutturali e definitive.

Con quel decreto legge per fare ripartire l’istruzione ha messo insieme una pluralità di risposte che le hanno valso l’assenso complessivo anche del mondo sindacale (che non è poca cosa!) e che hanno segnato per la scuola, l’università e la ricerca una svolta in investimenti e innovazione, se pur contenuti, rispetto agli anni precedenti.

Confortata forse dall’effetto positivo di quel decreto legge apprezzato da molti, si è concessa la voglia di un sogno, la Costituente della scuola, forse senza considerare abbastanza tempi, circostanze e contesto.

Un sogno che probabilmente stava già abbandonando per la sua difficile praticabilità: la crisi di Governo l’ha riportata a terra.