Consiglio di Stato e attività alternative

Il Consiglio di Stato, nella recente decisione sui crediti scolastici di religione cattolica, prende posizione anche sulla effettuazione delle attività alternative a tale insegnamento.

Secondo quanto riportato nella decisione, “è circostanza nota che in molte scuole i corsi alternativi non sono attivati e questo rischia di pregiudicare la libertà religiosa dei non avvalentisi”, e che “nelle scuole in cui il corso alternativo non è attivato, lo studente che per motivi religiosi non intenda avvalersi dell’insegnamento della religione, ha come sola alternativa quella di non fare nulla”

Mentre il Consiglio ribadisce che tale insegnamento è, e deve restare, facoltativo per lo studente, che non ha, comunque, l’obbligo di sceglierlo senza essere discriminato, “la sua istituzione deve considerarsi obbligatoria per la scuola”.

Il Consiglio di Stato conclude affermando che “di questo aspetto il Ministero appellante dovrà necessariamente farsi carico, perché altrimenti si alimenterebbe una situazione non coerente”, in considerazione del fatto che lo studente che non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica deve avere la possibilità di scegliere le attività alternative, ai fini della valutazione come credito scolastico.