Congresso CISL scuola: dialogo con il governo (nel quale entra l’ex segretario generale Sbarra)

La Cisl fa notizia. Nello stesso giorno in cui si è concluso il congresso della Cisl scuola (12 giugno), con la conferma all’unanimità della segretaria uscente Ivana Barbacci, l’ex segretario generale della Cisl Confederale, Luigi Sbarra, è stato nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio per il Sud, incarico in passato affidato, insieme ad altre materie, a Raffaele Fitto, e poi assunto ad interim da Giorgia Meloni dopo la nomina di Fitto a commissario europeo.

E ciò pochi giorni dopo l’esito negativo dei referendum sul lavoro, fortemente voluti da Maurizio Landini, leader della CGIL, in un’ottica di scontro frontale con il governo. Come interpretare l’operazione? “La Cisl si butta a destra”, come titola il quotidiano Domani, oppure “Meloni spacca la triplice e lancia l’opa sul centro”, come si legge nel Foglio, e come sembra pensare anche Giovanni Orsina, storico e politologo della LUISS, nell’intervista rilasciata a Italia Oggi? Alla domanda dell’intervistatrice Alessandra Ricciardi “Chi è l’erede di Berlusconi?” Orsina risponde che “la leadership indiscussa oggi è della Meloni. Lo è per la posizione sistemica che occupa: Meloni è, come lo era Berlusconi, il cardine dell’attuale sistema politico”.

Quindi una scelta non verso “destra”, ma verso un nuovo “centro”, o baricentro, aggiornato però alle luce delle attuali dinamiche geopolitiche: “La destra andata al governo nel ’94, dice Orsina, era liberale, rispondeva a una stagione di apertura al mondo, di opportunità. Oggi è una destra securitaria, risponde alle esigenze di protezione di una nuova stagione che vive tutta l’Europa”.

In questo quadro l’approdo di Sbarra al governo va letto come disponibilità di una parte importante del mondo sindacale a un rapporto di tipo negoziale, e non conflittuale, con l’attuale esecutivo, che giunge fino al punto di rendere tale rapporto istituzionale. C’è da chiedersi se questa sia la condizione più favorevole per raggiungere le finalità dell’organizzazione, anche al netto di alcuni inevitabili danni collaterali.

Per quanto riguarda la politica scolastica, la Cisl Scuola invoca “un forte rilancio dell’autonomia scolastica, in un quadro di piena salvaguardia del carattere unitario e nazionale del sistema scolastico” e “una significativa rivalutazione di tutte le professionalità, anche legando formazione e nuove opportunità di sviluppo professionale”. Un sindacato di servizio e non di potere. Inoltre il riflesso di tale ricollocazione al centro (moderato) dell’asse del governo appare in sintonia con alcune direttrici dell’azione svolta dal ministro Valditara: l’attenzione alla persona e alla personalizzazione della didattica (tema che approfondiamo nella notizia successiva), la valorizzazione della dimensione nazionale e “occidentale” delle Nuove Indicazioni Nazionali, il ripristino dell’autorevolezza dei docenti e dirigenti scolastici. Una sfida per il governo: vedremo presto, come ha detto la confermata segretaria della Cisl scuola, Ivana Barbacci (insieme a tutta la segreteria: Paola Serafin, Roberto Calienno e Attilio Varengo. Auguri!), se agli annunci e alle promesse di Valditara (“lavoriamo per aumentare stipendi e welfare nella scuola,” come “assicurazione sanitaria, sostegno alle spese di trasporto, diarie per i viaggi di studio e buoni pasto”) seguiranno azioni conseguenti: “Le parole lasciano il segno. Per questo prendo alla lettera quelle del Ministro: vigileremo sugli impegni che si è assunto. Noi misuriamo le parole ai fatti”.

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