Congedi e permessi non sono più materia contrattuale
Approvata dalla Camera con modifiche la legge sul lavoro che Napolitano non aveva firmato
Ieri la Camera ha approvato in via definitiva la legge sul lavoro, già approvata questa primavera, apportando le modifiche richieste dal Capo dello Stato che ne aveva respinto il primitivo testo.
Tra le numerose novità introdotte, ve ne sono alcune come, ad esempio, i permessi, le aspettative e i congedi, che riguardano i dipendenti pubblici, compresi quelli della scuola.
Con la privatizzazione del rapporto di lavoro per i dipendenti pubblici, introdotta a metà degli anni novanta, molti contenuti del rapporto di lavoro non erano stati più definiti con norme legislative (stato giuridico), bensì con contratto.
Tra questi contenuti riservati alla contrattazione c’erano anche i permessi, le aspettative e i congedi del personale. Ora non più, perché, per effetto della legge sul lavoro approvata in via definitiva ieri dalla Camera, quei contenuti ritornano in stato giuridico.
L’art. 23 della legge prevede infatti la delega al Governo, da adottare entro sei mesi, per il riordino della normativa in materia di congedi, aspettative e permessi. Il riordino verrà definito con uno o più decreti legislativi finalizzati al riordino della normativa vigente in materia di congedi, aspettative e permessi, comunque denominati, fruibili dai lavoratori dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati.
La nuova norma si aggiunge ad altre inserite nel decreto legislativo n. 150/2009 voluto dal ministro Brunetta per restituire alle pubbliche Amministrazione competenze nella gestione del personale, con l’effetto, non certamente casuale e di indubbio rilievo politico, di ridurre contestualmente il potere delle organizzazioni sindacali.
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