
Concorso/2. Siamo ancora in tempo?
Il concorso prefigurato dal bando è di fatto un concorso riservato a chi già sta nelle graduatorie ad esaurimento e a chi si è laureato o diplomato (come i maestri) prima del 2001, mentre i neolaureati non abilitati candidati a frequentare i TFA sono esclusi. Insomma, è tutto tranne che un’opportunità offerta ai giovani. In poche parole reintroduce surrettiziamente l’esame per merito distinto che consisteva in un concorso per titoli ed esami. Vi potevano partecipare insegnanti con determinata anzianità di servizio di ruolo con la possibilità di accelerazione di carriera per un’aliquota di posti. L’unica differenza, non di poco conto, consiste nella sostituzione del requisito di ruolo con l’inclusione nella graduatoria permanente.
La valanga di proteste e di ricorsi rischia di farsi in breve tempo incontenibile.
Il capo dipartimento per l’istruzione, Lucrezia Stellacci, intervistata da Tuttoscuola, ha dichiarato che l’Amministrazione ha dovuto definire il concorso in pochissimo tempo: “Il precedente concorso del ‘98 è stato preparato, quanto a scrittura dei programmi d’esame, tabella dei titoli e bando, in circa due anni, per bandire quest’ultimo ci abbiamo impiegato un mese”.
Bisogna dare atto all’Amministrazione che, considerato il pochissimo tempo a disposizione, ha fatto miracoli, ma l’esigenza di accelerare i tempi alza inevitabilmente il livello dei rischi.
Alcune discrasie sul bando sono già emerse nei giorni scorsi (es. lettere) e lo stesso Miur sabato scorso ha precisato che “i programmi di esame di matematica relativi alle classi di concorso A047 e A049 verranno ripubblicati nella Gazzetta Ufficiale … del 9 ottobre 2012, poiché quelli contenuti nell’Allegato n. 3 del decreto del direttore generale per il personale scolastico n. 82 del 24 settembre 2012, … sono inficiati da errore materiale”.
A parte augurarsi di non incappare in altri errori, si può ancora trovare una soluzione diversa? Si potrebbe almeno ammettere con riserva, per esempio, gli iscritti ai TFA o i laureati non abilitati aspiranti a cattedre per le quali le GAE sono esaurite o comprendono un numero di abilitati inadeguato al fabbisogno? O ci si deve rassegnare all’idea che il concorso finisca per essere un’occasione sprecata? Contiamo sul buon senso per evitare che anche questa volta la giustizia amministrativa divenga fattore condizionante delle politiche formative del sistema scolastico.
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