Concorso, una sfida non da poco per l’Amministrazione scolastica

Va riconosciuto lo sforzo del ministro Profumo di dare un segnale forte sulle politiche di reclutamento dei docenti, che appare la via maestra da percorrere se si vuole davvero rilanciare la scuola, tenendo insieme le ragioni dei giovani e dei precari.

Al 12 ottobre la situazione è questa: domande di concorso presentate 44.169; 23.902 domande inoltrate di cui 6.384 di docenti presenti GaE; 20.267 le domande inserite ma non ancora inoltrate, di cui 7.828 di docenti presenti GaE. Oltre il 59,2% di docenti inseriti nelle GAE ha inoltrato la scheda di professionalità senza avere, per il momento, compilato la domanda di concorso.

I numeri parlano chiaro. C’è tanta voglia di concorso, di ricominciare a sperare partendo dal rispetto delle regole su cui costruire una sana competizione.

Ma l’inquietudine che si respira fa pensare l’opposto. L’insofferenza di alcune organizzazioni sindacali e di alcune forze politiche, che ritengono di dare voce ad uno scontento generalizzato, è vistosa e trasversale, benché appaia tardiva e un po’ strumentale.

Le contestazioni e le ricette magiche di quanti nel passato hanno fatto dell’inerzia la loro regola prioritaria, dimenticano le mille incombenze che dopo 13 anni comporta l’attivazione di una procedura concorsuale: bando di concorso, composizione delle commissioni giudicatrici con la elaborazione dei testi di Decreto ministeriale che fissa i criteri e i requisiti, emanazione dell’ordinanza ministeriale che precisa la procedura ed il timing per la composizione delle commissioni. Siamo di fronte ad atti che devono acquisire il parere obbligatorio del CNPI e che possono dispiegare i loro effetti solo dopo di esso.

Sappiamo che le decisioni amministrative anche in questo caso non sono perfette e molto da osservare c’è, a partire dalla mancata assegnazione di posti per le classi di concorso esaurite. Ma la scuola in questo momento ha bisogno di tutto tranne che le questioni concorsuali possano concludersi nei tribunali. La responsabilità in questa fase riguarda tutti e non solo l’Amministrazione centrale e periferica alla quale, comunque, va riconosciuto il merito di aver assicurato, in un tempo ristretto, un forte contenuto operativo ad una decisione politica.