Concorso straordinario: se ne occuperà la magistratura?

Continua il botta e risposta sulle prove del concorso straordinario tra il Ministero dell’istruzione e la Lega.

Con riferimento alle voci che circolano in merito a “strani” picchi di ricerca sul web alla vigilia di alcune delle prove del concorso straordinario che si sono svolte nei giorni scorsi, il Ministero rende noto di aver effettuato, tramite le strutture tecniche competenti, appositi controlli, arrivando alla conclusione che le prove del concorso straordinario per il Ministero dell’Istruzione si sono svolte nel pieno rispetto delle regole. Per il MI non c’è stata alcuna violazione informatica che possa aver causato fughe di notizie.

Sono stati analizzati anche i picchi di ricerca segnalati, verificando che non si tratta delle uniche voci molto cliccate nelle ore indicate da chi ha sollevato la questione: in corrispondenza dell’avvicinarsi della prova sono diversi gli autori molto noti e gli argomenti cercati dai candidati in Internet per l’ultimo ripasso.

Il comunicato del MI suscita la reazione del senatore Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega e vice presidente della commissione Cultura a palazzo Madama: “Sconcerta che il ministero dell’Istruzione liquidi in quattro e quattr’otto, alla stregua di illazioni senza fondamento prima ancora che l’accertamento entri nel vivo, i dubbi su possibili scorrettezze nello svolgimento del concorso per gli insegnanti ora sospeso per l’emergenza Covid”. Secondo Pittoni “i casi non sono solo quelli sui quali ha provato a rispondere il ministero, da noi rilanciati sui social solo per aprire la discussione che ha portato a un numero ben più consistente di segnalazioni. Una selezione dei casi più significativi è destinata a entrare nell’esposto per la Procura della Repubblica di Roma, col quale chiediamo una verifica approfondita di quanto realmente accaduto. Ci aspettavamo che il ministero, primo responsabile della procedura concorsuale, si attivasse – nel suo stesso interesse – per una disamina attenta delle segnalazioni, non per sminuirne la portata”. La polemica va avanti e sembra che ora se ne occuperà, prima della magistratura, anche la trasmissione “Le Iene”.