Concorso per dirigenti scolastici/2. Scattano i ricorsi contro la prova di preselezione

Quando in ambito pubblico le regole più elementari vacillano o la loro certezza viene messa in discussione, la via del ricorso è certa. Quando un risultato atteso viene a mancare non per colpa di altri, il perdente non si rassegna e cerca immediatamente la salvezza nel ricorso.

Un intervento nel forum di Mininterno poche ore dopo la conclusione della prova di preselezione per il concorso a dirigente scolastico può essere la prova di questa mentalità del ricorso ad ogni costo. Dice una candidata: “mi sono accorta di non avere raggiunto le 80 risposte esatte. C’è qualcuno che mi può aiutare a fare ricorso?”

Ma perché rifugiarsi pregiudizialmente nel ricorso indipendentemente dalla fondatezza delle proprie ragioni? Perché il ricorso a volte paga e, comunque, anche quando fallisce, può aprire la strada a sanatorie compiacenti, come tristemente la storia della scuola insegna.

La prova di preselezione per il concorso a dirigente scolastico non si può dire che abbia brillato come esempio di efficienza e di funzionalità, soprattutto nella fase preparatoria. Proprio per questo, mostrando questo lato scoperto, i delusi stanno pensando di colpire organizzando l’ennesimo ricorso. L’Anief, grazie ad una collaudata esperienza in materia, ha deciso di aiutare i candidati perdenti del concorso, predisponendo un ricorso al Tar a favore degli esclusi e dei bocciati nella prova selettiva per ottenere la loro ammissione direttamente alle prove scritte e la condanna al risarcimento danni da parte del Miur in caso di mancato accoglimento.

Visto che ormai una sospensiva non si nega a nessuno, perché in qualche modo il fumus del danno grave e irreparabile per l’esclusione il Tar lo può sempre trovare, l’ammissione con riserva degli esclusi alle prove scritte sarà cosa fatta.