Concorso DS: una nota dell’ADi sulle prove scritte

Una lunga e complessa nota tecnica dell’ADi (Associazione Docenti italiani) entra nel merito della gestione delle prove scritte alle quali saranno ammessi – salvo ampliamenti via TAR – i circa 9 mila candidati che avranno superato la prova preselettiva, stando alle percentuali di ammessi finora registrate.

La preoccupazione, abbastanza diffusa tra i candidati e condivisa anche da altre organizzazioni, è che la predisposizione e poi la correzione degli elaborati, che avverranno nelle sedi regionali, diano luogo a disparità di valutazione tra le diverse commissioni, e che queste ultime possano adottare criteri assai differenti, che porterebbero a giudizi (e a votazioni) differenti a parità di prova valutata.

Perciò l’Associazione chiede che venga elaborata una direttiva nazionale per tutti i presidenti di commissione, che contenga le procedure e le indicazioni precise sulle modalità di conduzione e di gestione operativa dell’esame, e che sia allo scopo predisposta e resa nota una guida all’esame, sul modello di quelle utilizzate in altri Paesi. Ciò consentirebbe ai candidati di conoscere prima della data stabilita per le prove scritte i criteri di valutazione, le modalità specifiche delle prove (forma, durata, argomenti) e i tempi di esecuzione.

Segue una serie di suggerimenti sulla forma delle due prove, finalizzati a valorizzare la concretezza e la capacità di sintesi, evitando per la prima prova la genericità del “solito tema soggetto a valutazioni assolutamente discrezionali” e sollecitando per la seconda la predisposizione di una serie definita di “casi”, magari rendendoli noti in anticipo come si è fatto con gli item della prova preselettiva.

Quanto ai criteri di valutazione, di fondamentale importanza per evitare le disparità di valutazione, dovrebbero essere esplicitati nella direttiva nazionale alle commissioni. Come esempio ne vengono indicati cinque (“non in ordine gerarchico”): la correttezza formale (non il “bello stile”); la pertinenza con la consegna (ha risposto non ha risposto, ha risposto parzialmente, non ha compreso la consegna); il livello di informazione (fatti, norme, ecc.); la completezza della risposta; l’originalità della soluzione.

E infine un’ultima proposta, destinata a far discutere: che le prove scritte siano corrette e valutate da una commissione diversa da quella di appartenenza del candidato. Insomma gli elaborati dovrebbero viaggiare da una Regione all’altra. Una proposta forse di difficile praticabilità dal punto di vista giuridico ma che si spiega nel quadro della preoccupazione, assolutamente giustificata, che il concorso si svolga nel modo più equo, rigoroso e trasparente possibile.