Concorso DS: il Consiglio di Stato a passo di gambero

È una storia strana e quasi incredibile quella che sta accompagnando il contenzioso di oltre seicento candidati del concorso per dirigenti scolastici che si erano opposti alla esclusione dalla prova scritta per non avere conseguito il punteggio utile nella preselezione.

Il Tar Lazio, a cui si erano rivolti dopo la loro esclusione per il mancato conseguimento del punteggio necessario per accedere allo scritto, aveva respinto la richiesta di ammissione non ritenendo fondata la pretesa di considerare valida la prova di preselezione per avere ottenuto un punteggio sufficiente di almeno 60 su 100.

Non soddisfatti dalla sentenza del Tar, avevano impugnato quel diniego davanti al Consiglio di Stato che, tramite la VI Sezione, a poche ore dalla stessa prova suppletiva per i candidati sardi fissata per il 13 dicembre scorso, li aveva ammessi con riserva allo scritto, rinviando la sentenza di merito al 15 gennaio 2019.

E il 15 gennaio il presidente della VI Sezione, con propria ordinanza monocratica, ha deciso… di non decidere, rimettendo la decisione di merito finale al Tar Lazio, cioè proprio a quei giudici amministrativi che avevano già respinto in prima istanza il ricorso dei candidati esclusi.

È, a dir poco, disorientante quanto deciso dal presidente della Sezione del Consiglio di Stato in una sequenza da Erode a Pilato, a passo di gambero, che è costato a dicembre un affanno organizzativo per l’USR Lazio che ha dovuto predisporre in fretta e furia locali, strumentazione informatica e personale di vigilanza per accogliere quelle centinaia di ammessi con riserva. Senza considerare la reazione dei candidati regolarmente ammessi che si sono sentiti privati della certezza del diritto.

Per una questione di coerenza, il Tar dovrebbe ora confermare il diniego deciso in prima istanza ed escludere i ricorrenti dalla prova scritta (che hanno comunque già sostenuto il 13 dicembre).

Nel caso in cui quei candidati conseguano nel frattempo una valutazione di almeno 70/100 nella prova scritta, prenderanno atto dell’annullamento o impugneranno l’eventuale esito sufficiente ma non valido? Un gran pasticcio. Ma se il Consiglio di Stato avesse agito fin dall’inizio diversamente…