Concorsi taroccati ed etica pubblica

Ha fatto bene il ministro Gelmini a rimediare con un decreto legge ai guasti di un altro decreto legge, il cosiddetto salvaprecari, approvato dal Parlamento in extremis – a ridosso della decadenza – dopo aver imbarcato nella parte conclusiva del suo iter una norma che “sanava” le irregolarità del concorso a dirigente scolastico verificatesi nel 2004, in particolare in Sicilia.

A quel concorso avevano preso parte aspiranti dirigenti che avevano tutti i titoli per essere ammessi al concorso e altri che non li avevano, ma che tramite la solita trafila ricorso-TAR-sospensiva eccetera li avevano acquisiti, per così dire, per via giudiziaria, finendo poi per essere inseriti in graduatoria (talvolta con ottimi punteggi) e anche per essere nominati. In barba a tutti coloro che, non possedendo i titoli richiesti, non avevano presentato la domanda. E trovando poi la caritatevole comprensione di quei parlamentari che, dopo un ulteriore intervento della magistratura di segno opposto al precedente, avevano pensato di “sanare” le irregolarità per via legislativa.

Non sappiamo che sorte avrà il nuovo decreto legge, se distinguerà tra concorrenti corretti e non, come sarebbe assolutamente auspicabile, ma cogliamo l’occasione per ribadire ciò che abbiamo sempre sostenuto in casi analoghi: per degli educatori, e a maggior ragione per “dirigenti” di educatori, il rispetto delle regole è assolutamente fondamentale. Chi non le rispetta non va premiato in alcun modo. L’etica pubblica (in un Paese serio) non ammette eccezioni.