Concorsi subito per stabilizzare il sistema

Sul tavolo del ministro Valditara si affastellano i dossier più disparati, molti urgenti, alcuni addirittura urgentissimi se non si vogliono rischiare conseguenze a catena in grado di pregiudicare alcuni obiettivi fondamentali.

Un capitolo specifico, indispensabile per far funzionare la mastodontica macchina in cui lavorano oltre un milione di persone, è quello dei concorsi.

La fine dell’anno si avvicina velocemente e – a causa del ritardo precedentemente accumulato – i tempi per indire alcuni concorsi annunciati e promessi da tempo stanno inesorabilmente per scadere.

La partita dei concorsi è molto più di un normale adempimento amministrativo. Rappresenta, infatti, un nodo cruciale per la scuola che da anni soffre di carenza di alcune figure chiave, dai dirigenti scolastici a quelli tecnici fino ai Dsga, e di mancata stabilizzazione del personale. La crescente precarietà e l’instabilità minano anche la continuità didattica, causano inefficienze e fanno alzare il livello di tensione nel sistema. Proprio l’opposto di ciò che occorre.

Per avviare il nuovo percorso riformatore tracciato dalla coalizione di Governo, il nuovo ministro ha assolutamente bisogno di avere il campo sgombro dai lacci e lacciuoli concorsuali per poter disporre di una situazione possibilmente normalizzata per il prossimo anno scolastico, in modo da rassicurare le famiglie e il mondo sindacale sempre più insofferenti per il quadro dei docenti in cattedra e delle altre figure che di anno in anno si fa più incerto e provvisorio.

I recenti dati forniti dal ministero secondo cui delle 94mila assunzioni di docenti autorizzate dal MEF per il 2022-23 poco meno della metà è stato coperto con nuove nomine di docenti in ruolo – com’era successo sostanzialmente anche nei due-tre anni precedenti – suonano come campanelli d’allarme per segnalare quasi l’impotenza ministeriale per assicurare la normalizzazione del sistema.

Addirittura, come Tuttoscuola aveva per prima anticipato a fine agosto, dei 14.400 posti del concorso straordinario-bis per la secondaria ne sono stati assegnati ai vincitori dal 1° settembre scorso soltanto 3.200.

Spiace constatare che, contro ogni evidenza, l’ex ministro Bianchi aveva ripetutamente affermato la pressoché totale conclusione di tutti i concorsi (con relativa nomina immediata dei vincitori), nonché la presenza in cattedra di tutti gli insegnanti (di ruolo e non) fin dal primo giorno di lezione, mentre il carosello dei docenti c’è stato in diverse province anche quest’anno.

L’azione del nuovo ministro non può non partire, insomma, dall’affrontare la situazione dei concorsi.

Prima di tutto vanno fronteggiate con chiarezza e responsabilità le principali cause di questo insuccesso e possibilmente rimosse, a cominciare dalla questione delle commissioni esaminatrici ai cui membri va garantito il distacco dal servizio per velocizzare i tempi di svolgimento delle prove. Pensare di far viaggiare speditamente la complessa macchina concorsuale incastrando gli impegni di commissari già presi a tempo pieno su altri fronti è illusorio. Inoltre la semplificazione dei quesiti e il controllo rigoroso della loro correttezza eviterebbero la pioggia di ricorsi verificatisi, che oltre a inceppare le procedure offuscano la credibilità e l’immagine del ministero.

Se Valditara non vuole trovarsi al prossimo settembre con la stessa situazione in cui si sono trovati i suoi predecessori, dovrà accelerare e assicurare le condizioni di successo delle nuove procedure concorsuali ferme ai blocchi di partenza e, se lo riterrà opportuno, potrà avviare contestualmente la riforma, molto cara alla Lega e condivisa dalla coalizione, di drastica riduzione del precariato.

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