Concorsi scuola: preselettiva salva? Il cerino in mano al ministro Bianchi

Il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, intervenendo ieri su Huffpost a proposito della riforma dei concorsi  prevista dall’art. 10 del decreto legge 44 del 1° aprile, ha fatto due importanti precisazioni che chiariscono i tanti equivoci interpretativi avanzati in questi giorni sui concorsi della scuola.

Il primo chiarimento riguarda la modalità della preselezione per l’ammissione alla prova scritta (una sola) nei concorsi già banditi: procedere con la valutazione dei titoli oppure con i quesiti a risposte multiple (a crocette)?

Per i concorsi scuola ancora da bandire (esempio, concorso per dirigenti tecnici e per docenti di religione) l’ammissione allo scritto mediante la valutazione dei titoli sarà obbligatoria.

Invece per i concorsi scuola ordinari già banditi (infanzia e primaria, secondaria di I e II grado) sarà il ministero competente a decidere tra preselezione con quesiti a crocette o valutazione dei titoli, come ha precisato il ministro Brunetta: “Per i concorsi già banditi per i quali non sia stata svolta alcuna prova, le amministrazioni possono, non devono, prevedere una fase di valutazione dei titoli di studio legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle prove successive e possono prevedere una sola prova scritta e una eventuale prova orale”.

Considerato che per il concorso infanzia e primaria sono già state costituite le commissioni, collaudate le aule informatiche per le prove e predisposta la batteria dei quesiti, ci sono tutte le condizioni per procedere immediatamente alla prova preselettiva come previsto dal bando. Ci auguriamo che il ministro Bianchi non indugi oltre, visto che il collega Brunetta gli ha dato l’assist per decidere.

Peraltro, come Tuttoscuola ha ben documentato, la preselezione con quesiti offre ai candidati la possibilità di mettersi in gioco, mentre la valutazione dei titoli rischia di complicare svolgimenti, accertamenti e tempi di attuazione.

A proposito della valutazione dei titoli, il ministro Brunetta ha confutato decisamente la tesi, sostenuta da diverse parti, secondo cui quel tipo di selezione favorirebbe gli anziani a danno dei giovani. Infatti in questa valutazione voluta dal ministro, verrebbero considerati soltanto i titoli di accesso (laurea e abilitazione) come aveva sostenuto, a differenza di molti, Tuttoscuola.

Il servizio, come titolo di anzianità dei candidati anziani, verrebbe invece valutato al termine del concorso, anziché tra i titoli della selezione per l’accesso allo scritto.