Concorsi scuola, ANP: ‘Hanno fallito, la soluzione è la chiamata diretta’

I concorsi scuola sono, per molti versi, ancora in alto mare. Il macroscopico divario tra formali previsioni (Bandi dei concorsi scuola) e concrete realizzazioni (GM – Graduatorie di Merito) per l’assunzione di docenti in tempi brevi, che Tuttoscuola ha documentato ancora una volta (al 31 agosto definito solo il 40% delle graduatorie dei concorsi della secondaria), è la chiara dimostrazione della impossibilità di assicurare la cadenza annuale dei concorsi scuola, prevista dalla recente riforma dei concorsi. Il nodo principale da sciogliere per avere procedure concorsuali più spedite è certamente quello delle commissioni esaminatrici normalmente contrassegnate da significative criticità, tra cui il reperimento dei commissari disponibili, il mancato esonero dal servizio, la conseguente dilatazione dei tempi di disponibilità per la valutazione dei candidati. Ma il superamento di queste criticità potrebbe non bastare per assicurare un reale snellimento delle procedure concorsuali e garantire maggiore stabilità al sistema, evitando in buona parte il ricorso alle nomine di supplenti annuali.

In una intervista al Quotidiano Nazionale il presidente dell’ANP, Antonello Giannelli, presenta la sua ricetta: la chiamata diretta da parte delle istituzioni scolastiche. “Il meccanismo che utilizziamo in Italia non è in grado di assicurare le necessità. Il meccanismo di assunzione basato sui concorsi centralizzati non funziona e non ha mai funzionato”, ha detto.

Giannelli ne dà anche una sua spiegazione: il turn over non funziona e il sistema è costretto alle supplenze. “Si danno supplenze, passa qualche anno e il precariato cresce; dopo tre anni si matura il diritto alla stabilizzazione e a quel punto si organizzano concorsi-sanatoria, più semplici con i quali stabilizzare i docenti che hanno una certa anzianità. Così, da un lato non ci si garantisce di avere selezionato le persone competenti, e dall’altro non si riesce ad assumere le persone che servono”.

Secondo il presidente di ANP occorre trovare una soluzione alternativa ad un sistema di reclutamento che da mezzo secolo non funziona. Come? “L’unico meccanismo che può funzionare è quello delle assunzioni dirette da parte delle scuole, come si fa in quasi tutti i Paesi europei”. In Italia, secondo Giannelli, il reclutamento diretto potrebbe essere affidato ad un organo collegiale della scuola, come, ad esempio, il Comitato di valutazione. “Naturalmente si può anche ipotizzare un sistema misto, con il preside che fa la selezione e il Comitato di valutazione che le vaglia. Ma diamoci una mossa”.

La chiamata diretta potrebbe diventare oggetto del dibattito elettorale, una alternativa alla lentezza dei concorsi scuola che potrebbe forse interessare un eventuale Governo di centro-destra.  

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