Concorsi da rifare: negligenza, danni e contenzioso

La vicenda del concorso per dirigenti scolastici della Lombardia è emblematica: un anno di prove selettive seguito da un altro anno di attesa, di speranze e di sofferenze organizzative delle scuole lombarde sono stati bruciati dal Consiglio di Stato, con un punto e a capo, tutto da rifare.

Prende posizione la Cisl-scuola che, a suo tempo, aveva espresso condivisibili valutazioni critiche sulla sentenza del Tar per le cosiddette buste trasparenti.

Non può non preoccupare – dichiara il segretario Scrima – quanto sta avvenendo in questi giorni sul reclutamento dei dirigenti scolastici. Prove annullate in Abruzzo, scritti da ricorreggere in Lombardia, sono solo gli ultimi due episodi di una tornata concorsuale quanto mai tormentata. Inevitabile, e indiscutibile, che si cerchi la tutela dei propri diritti quando li si ritiene lesi: resta tuttavia difficile rimanere indifferenti al fatto che sia ormai la giustizia amministrativa, in tante occasioni, ad avere l’ultima parola sul reclutamento del personale”.

Non c’è dubbio – prosegue Francesco Scrima, criticando l’amministrazione scolastica – che sotto accusa vadano messe, prima di tutto, la superficialità, la leggerezza, la poca cura di cui ha dato prova chi aveva il compito di assicurare in modo diretto o con la sua vigilanza il rispetto degli essenziali requisiti di regolarità delle procedure”.

Il segretario generale della Cisl Scuola prende le difese dei mancati vincitori: “è pienamente giustificata la rabbia di chi vede rimesso in discussione il frutto delle proprie fatiche, e ancor più il senso di un lavoro che sta svolgendo da mesi, sul quale non è in grado di darsi prospettive certe”.

Scrima esprime preoccupazione per le scuole, vittime di un contenzioso infinito: “E infine, ma non certo per ordine di importanza, l’aggravarsi del disagio di tante scuole che a fatica cercano un minimo di stabilità negli assetti di governo e vengono invece ricacciate nella più totale incertezza”.

Poi, quasi rassegnato: “Difficile pensare che il contenzioso finisca con le sentenze pronunciate: fin troppo facile invece immaginare che il rifacimento, totale o parziale, delle prove concorsuali ne inneschi di nuovo, in una spirale di cui non si vede la fine e che solleva pesanti interrogativi sulla stessa credibilità e affidabilità di procedure di reclutamento così frequentemente invalidate“.