
La traduzione di una poesia italiana in dialetto veneto è stato il compito per casa assegnato agli alunni di una terza elementare di una scuola di Noventa Padovana.
Immediate le polemiche tra il preside, che difende l’iniziativa, e i genitori di alcuni studenti. Il dirigente scolastico minimizza l’accaduto, e classifica l’iniziativa come una normale esercitazione (dalla quale erano comunque esclusi i bimbi non italiani) volta al di recupero delle tradizioni locali anche attraverso il contatto con gli anziani.
Con il dirigente scolastico si schiera anche il direttore dell’ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo. “I percorsi di riscoperta delle culture locali, comprese quelle linguistiche – afferma in una dichiarazione all’ANSA – si fanno da sempre nelle scuole, non ci vedo nulla di male. Chi pensa il contrario e immagina che tutto questo sia frutto delle recenti riforme della scuola è in malafede“.
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