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Competenze matematico-scientifiche. L’italia va meglio nel Timss, ma…

Poco dopo l’indagine PISA sono stati pubblicati i risultati del Trends in International Mathematics and Science Study (TIMSS), anch’essi relativi al 2003. Nello studio curato dalla IEA in collaborazione con l’Università di Boston, gli studenti italiani raggiungono apparentemente esiti migliori rispetto allo studio PISA, collocandosi, questa volta, leggermente al di sopra delle medie internazionali, sia per la matematica che per le scienze. Nessun miglioramento, invece, rispetto alla precedente indagine TIMSS, effettuata quattro anni prima.

Il riferimento alle medie, tuttavia, va preso con molta cautela poiché i paesi partecipanti al PISA sono diversi da quelli del TIMMS. In quest’ultima indagine c’è un maggiore presenza di paesi asiatici e africani, mentre l’Europa è meno rappresentata, per esempio mancano nazioni come Finlandia, Francia, Germania.
Le medie internazionali del TIMSS tendono quindi ad essere significativamente più bassa che nel PISA. Inoltre l’indagine TIMSS è più centrata sui curricoli scolastici di quanto lo sia il PISA, il quale cerca di valutare le abilità in contesti il più vicino possibile a situazioni di vita reale, pertanto rispecchiare più l’apprendimento scolastico che le competenze reali degli studenti.

Poiché le prove TIMSS vengono somministrate ad alunni di quarta elementare e di terza media è possibile effettuare un raffronto tra questi due gradi di scuola. Gli studenti italiani vanno relativamente meglio nella scuola primaria che nella secondaria, sia in matematica che in scienze: nella scuola primaria raggiungono un livello intermedio o superiore il 65% degli allievi nella matematica e il 70% nelle scienze, mentre nella scuola media le percentuali scendono rispettivamente al 56 e al 59. Una conferma, ammesso che ce ne fosse bisogno, delle vecchie e tuttora esistenti debolezze strutturali del nostro sistema educativo.

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