
Comitato di valutazione/2. Elezioni come?
Numerose assemblee nelle scuole: la campagna d’autunno contro la Buona Scuola è partita, cominciando dal Comitato di valutazione, uno dei primi e più controversi momenti di attuazione della legge 107/2015.
A quanto si sa, per il momento l’obiettivo finale dei criteri di valutazione che il Comitato dovrà definire resta piuttosto sfumato, mentre invece sembra abbastanza chiaro e immediato l’obiettivo intermedio dei componenti da eleggere all’interno dei collegi dei docenti. Insomma, il chi subito, il cosa dopo.
La linea prevalente sembra voglia passare innanzitutto attraverso i due docenti eletti dal collegio docenti. Si starebbe proponendo di andare alla elezione di candidati sicuri con vincolo di mandato o, addirittura, di procedere alla elezione dei docenti membri delle RSU.
Si sa che la composizione del comitato è ‘mista’, con un altro docente eletto dal consiglio di istituto, due genitori (o un genitore e uno studente negli istituti superiori), un designato esterno e il dirigente scolastico: tre docenti da una parte e quattro componenti di varia provenienza dall’altra.
Il vincolo di mandato, se rigido, rischia di portare a contrapposizioni di posizioni con scelte finali che potrebbero concludersi a maggioranza, con la componente docenti, destinataria delle valutazioni finali, messa in minoranza, quattro voti a tre.
È auspicabile un atteggiamento aperto e anche rispettoso delle posizioni individuali di ciascun insegnante, a cominciare dal consentire, come la normativa generale vuole, che il voto in collegio docenti sia segreto.
Non sono previste liste di candidati. Meglio, dunque, se la scheda elettorale riporterà i nomi di tutti i docenti, elettori attivi e passivi.
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