Come coniugare avvio graduale della riforma delle superiori e obiettivo finanziario

La sorprendente dichiarazione del ministro Gelmini, secondo cui la riforma delle superiori partirà soltanto con le prime classi, anziché contestualmente anche con le seconde (come espressamente previsto negli schemi di regolamento), lascia aperta una serie di interrogativi sulle forme che potranno essere adottate per questa specie di quadratura del cerchio che richiederebbe, a questo punto, di salvaguardare la gradualità di attuazione della riforma e l’immediato conseguimento dei benefici finanziari attesi.

La soluzione, sulla quale probabilmente è intervenuta un’intesa con il ministro dell’economia Tremonti, potrebbe essere quella già prevista dallo schema di regolamento degli istituti tecnici che all’articolo 8 dispone “la rideterminazione dei quadri orario a partire dalle terze classi degli istituti tecnici funzionanti nell’anno scolastico 2010/2011, secondo il previgente ordinamento, con un orario complessivo annuale corrispondente a 32 ore settimanali“.

I piani di studio e i profili che costituiscono il cuore riformato dei nuovi licei e dei nuovi istituti tecnici verrebbero previsti dal 2010-11 soltanto a cominciare dalle prime classi, mentre contestualmente potrebbero essere modificati i quadri orari attuali (vecchi ordinamenti), come previsto appunto per le prossime terze classi dei vecchi istituti tecnici.

In questo modo i risparmi attesi sarebbero assicurati, a invarianza di ordinamenti, dalla riduzione di orario e dalla conseguente riduzione di organico. Ma non sarebbe, comunque, un’operazione indolore.