Coazione a ripetere/2. 10, 100, 1000 piccoli PON. E ora via con il PNRR…

Quando l’allora direttore generale dell’Istruzione professionale Giuseppe Martinez tornò da Bruxelles, all’inizio degli anni Novanta dello scorso secolo, con un gruzzolo di finanziamenti per gli Istituti professionali di Stato (IPS) italiani del Mezzogiorno (derivanti dal recupero dei Fondi FSE e FESR che le Regioni non avevano saputo spendere e che altrimenti sarebbero andati perduti) furono avviati progetti, che all’inizio coinvolsero pochi istituti in rete tra i più attivi nella realizzazione del “Progetto 92”, su tematiche di grande rilievo come la lotta alla dispersione e l’inserimento lavorativo.

I progetti, seguiti da alcuni ispettori, presidi e professori comandati presso la DGIP, ebbero successo, tanto che in alcuni istituti le ripetenze furono in pratica azzerate, e una rete di sette istituti, con l’aiuto di ASPHI di Bologna, realizzò un progetto poliennale denominato “Cigno”, poi diffuso a livello nazionale tramite microseminari, che mise i diplomati disabili degli IPS in grado di inserirsi positivamente nel mercato del lavoro.

Successivamente il budget comunitario aumentò consistentemente, tanto da coinvolgere buona parte degli istituti professionali e poi anche tecnici (alla direzione dei quali Martinez era stato spostato dal ministro Berlinguer). Ma alla maggiore disponibilità di risorse non corrispose alcuna forma di valutazione della qualità dei risultati. L’unico controllo richiesto con pignoleria dalle autorità comunitarie è sempre stato quello di carattere procedurale e finanziario, e da questo punto di vista il Miur, a differenza delle Regioni, ha sempre avuto le carte in regola. Ma i fondi del PON si sono sminuzzati in una miriade di progettini la cui efficacia nessuno è stato in grado di valutare, e che certamente non è stata elevata, salvo rare eccezioni, visti gli esiti delle prove Invalsi e delle indagini comparative internazionali, che non vedono ridurre il gap di cui soffrono soprattutto le aree che più hanno beneficiato in questi anni dei finanziamenti.

Non vorremmo che lo stesso rischio lo corressero i tanti progetti contemplati dal PNRR, compresi quelli per 500 milioni “per il contrasto della dispersione scolastica e contro le povertà educative”, distribuiti in questi giorni a pioggia, come hanno annunciato ministro e sottosegretari, senza alcuna azione di sistema e senza una valida metodologia valutativa. Coazione a ripetere?

Ma andiamo a fondo su questo tema nella successiva notizia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA