Classi pollaio, Aprea (Forza Italia): ‘Non è un problema allarmante. Tenere conto della denatalità’

Continua in Commissione alla Camera la discussione sulla proposta di legge C.877 (prima firmataria l’on. Azzolina del M5S) per la ridefinizione della formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine grado; proposta che prevede la modifica dell’art. 64 della legge 133/2008 con cui, a suo tempo, vennero soppressi nell’arco di un triennio oltre 67 mila posti di docente.

L’unico intervento di ieri è stato quello dell’on. Aprea (Forza Italia) che, prima di entrare nel merito della proposta, ha voluto precisare che i tagli di organico di quella norma di dieci anni fa rientravano in una azione generale di contesto finalizzata al contenimento della spesa e che, pertanto, vanno considerati in questa logica.

Nel merito della proposta che prevede gradualmente una drastica riduzione del numero di alunni per classe, l’Aprea ha avanzato dubbi sulla effettiva consistenza della spesa, richiedendo, in proposito, che la Commissione acquisisca dal Governo una relazione tecnica sugli oneri finanziari, quale base di partenza per l’inizio dell’esame della proposta.

In effetti gli oneri finanziari connessi andrebbero a sommarsi ad altri previsti dalla legge di bilancio 2019 per l’attuazione del nuovo sistema 0-6 anni e per il potenziamento del tempo pieno, senza che i nuovi oneri siano stati compresi complessivamente nell’intera manovra.

Relativamente alla questione delle “classi pollaio” che, prima della presentazione della proposta di legge, era stata inserita in campagna elettorale e nello stesso contratto di Governo come un obiettivo primario da conseguire, la parlamentare di Forza Italia ha citato i dati della ricerca condotta nel maggio scorso da Tuttoscuola secondo cui le classi con un numero di alunni superiore a 30 e classificate, appunto, come “classi pollaio” erano appena di 410 unità su circa 120 mila, pari allo 0,34% del totale.

Secondo l’on. Aprea quello del sovraffollamento delle classi non costituisce oggi un problema di dimensioni allarmanti e sembra abbia soprattutto una valenza ideologica che non tiene conto, tra l’altro, della consistente denatalità in atto da un decennio che ha contribuito alla contrazione naturale del numero di alunni per classe.

Anche per questa ultima considerazione, la parlamentare ha chiesto che nella relazione tecnica da acquisire si tenga conto delle ipotesi di variazione demografica e di flussi migratori.