
Ciclone Trump/1. Tagli ai database sull’educazione, a rischio migliaia di dati scolastici

La rivoluzione trumpiana colpisce anche il mondo dell’educazione. Il National Center for Education Statistics (NCES), che fa capo al Dipartimento dell’Istruzione federale americano, e che dal 1867 raccoglie dati fondamentali sulle scuole americane, è finito nel mirino della nuova amministrazione. La decisione di Trump, sostenuta dal magnate Elon Musk, si inserisce in una più ampia offensiva contro le agenzie federali, accusate di promuovere politiche troppo inclusive e progressiste, fino alla cosiddetta “Cancel Culture” sostenuta dai democratici più radicali, numerosi nel mondo della scuola.
L’effetto è stato immediato: con l’insediamento di Donald Trump, oltre 8.000 pagine web contenenti dati e ricerche sulle scuole statunitensi sono state rimosse. A denunciarlo è il National Education Policy Center (NEPC), un autorevole centro di ricerca ospitato dalla University of Colorado Boulder School of Education, che ora tenta di mettere in salvo queste informazioni.
L’allarme degli esperti: “Perdiamo dati fondamentali”
Bruce Baker, membro della NEPC, ha fatto sapere di aver scaricato e conservato archivi di diversi set di dati, tra cui: isondaggi annuali sulla finanza scolastica; dati del censimento relativi alla diffusione dei finanziamenti stanziati dal Congresso in base al numero di studenti provenienti da famiglie a basso reddito; il Common Core of Data, che fornisce informazioni di base sull’istruzione K-12, come il numero di studenti iscritti nei distretti e nelle scuole americane; la serie degli indici salariali, e di povertà di quartiere.
Anche il mondo accademico si sta mobilitando per salvaguardare le informazioni a rischio. Progetti come DataLumos, gestito dal Consorzio interuniversitario per la ricerca politica e sociale dell’Università del Michigan, e archivi indipendenti ospitati ad Harvard, Stanford e Università del Nord Texas, stanno cercando di preservare i dati rimossi dal governo.
Ma gli esperti lanciano l’allarme. Bill Penuel, anch’egli membro della NEPC, avverte che “L’annullamento dei contratti NCES influisce sulla nostra capacità di comprendere le condizioni e i progressi delle scuole verso il raggiungimento degli obiettivi educativi sanciti da leggi come ESSA, IDEA e Equal Education Opportunity Act e imposti da altre decisioni giudiziarie”.
“Il governo è diventato un ostacolo”
Felice Levine, direttore esecutivo dell’American Educational Research Association, ha assicurato che la sua organizzazione continuerà comunque a monitorare e tenere traccia di quanto il governo federale fa (o impedisce di fare) in materia di accessibilità, raccolta e reporting dei dati federali. “Ma ciò che è diventato chiaro è che il governo federale – da tempo attore chiave nella raccolta e nel mantenimento delle informazioni sulle scuole del Paese – è diventato un ostacolo a molti di questi sforzi”. Un freno per la trasparenza e la ricerca educativa.
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