Ciclone Brunetta: i sindacati bloccano il cambiamento

Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, intervenendo alla scuola di formazione politica del Pdl, ha pesantemente attaccato la Cgil e “certi sindacati corporativi della scuola” che vogliono che il Paese non cambi soprattutto nel pubblico impiego “perché lì è la loro rendita di posizione e la loro forza“.

Sul sindacato spara anche Ernesto Galli della Loggia dalle colonne del “Corriere della sera”, secondo il quale “la scuola è rimasta un settore dove i sindacati e le loro logiche corporative hanno in buona parte ancora oggi un virtuale diritto di veto su qualunque decisone non solo di tipo organizzativo (circa le carriere e le assunzioni del personale), ma anche sui programmi e in generale sulla didattica“. Il potere sindacale rappresenterebbe per l’editorialista “uno degli aspetti critici della nostra vita collettiva“, insieme al timore per l’ordine pubblico e alla “diffusione, nella scuola e fuori, di un senso comune culturalmente ostile alla dimensione del merito, del dovere, della disciplina, della selezione“.

Tornando a Brunetta, in ministro non è entrato nel merito per quanto riguarda la scuola, ma, a proposito della Mostra del cinema di Venezia, ha pensato di lanciare un siluro contro il film di Michele Placido “Il grande sogno“, un omaggio al ’68 proveniente, secondo lui, da un esponente di primo piano di “un pezzo d’Italia molto rappresentata, molto ‘placida’, e anche leggermente schifosa“. Un’Italia che ha lasciato troppo spazio e privilegi agli ex sessantottini, diventati cineasti e magari sindacalisti nel pubblico impiego e nella scuola.