Ci sono scuola e università nel ‘decreto del fare’

Venerdì 15 giugno il Consiglio dei Ministri, al termine di una riunione di oltre 6 ore, ha approvato l’atteso “decreto del fare”, un decreto legge con «Misure urgenti per il rilancio economico del Paese». È stato invece rinviato al prossimo Consiglio dei ministri, fissato per mercoledì 20 giugno, Il ddl con norme in materia di semplificazioni.

Ci occupiamo di questo provvedimento, perché all’interno delle 80 norme, in cui si legifera dalle agevolazioni per il credito delle pmi ad Equitalia, dalla liberalizzazione del wi-fi al taglio del numero di processi e allo sblocco delle opere infrastrutturali, un capitolo importante è dedicato a misure riguardanti l’istruzione, l’università e la ricerca. Vediamole insieme:

Nel capitolo istruzione del decreto, è prevista una borsa di mobilità che consentirà a giovani diplomati con risultati eccellenti (voto 95 su 100) di scegliere una regione differente da quella di residenza per frequentare l’università (12 milioni stanziati nel biennio 2014-2015). Inoltre, le scuole che necessitano di interventi di ristrutturazione potranno contare nel triennio di 100 milioni.

Nelle università sarà possibile assumere, nel 2014 e 2015, circa 1.500 ricercatori e 1.500 docenti, grazie all’ammorbidimento della regola del turn over, che passa dal 20 al 50%. Questo significa che almeno una metà dei pensionati sarà sostituita da nuove leve (75 milioni le risorse stanziate nei due anni).

Per la ricerca (fondamentale e industriale) poi il ministero dell’Istruzione concederà contributi alla spesa nel limite del 50% della quota relativa alla contribuzione a fondo perduto. Gli interventi da finanziare riguardano principalmente lo sviluppo di start up innovative e di spin off universitari, la valorizzazione di progetti di social innovation per giovani con meno di 30 anni, il potenziamento del rapporto tra il mondo della ricerca pubblica e le imprese, il potenziamento infrastrutturale delle università e degli enti pubblici di ricerca.