Chi è Margaret Spellings, nuovo ministro dell’istruzione USA

Viene dal Texas, dove si era già occupata di istruzione per sei anni, quando George W. Bush ne era il governatore, la nuova ministra dell’istruzione americana, Margaret Spellings. Subentra a un altro texano, il nero Rod Paige, che si è dimesso dall’incarico come altri importanti ministri del governo USA, dal segretario di Stato Colin Power al ministro della Giustizia Ashcroft.
Nel 2001 la Spellings era stata nominata consigliere di Bush per gli affari interni, con particolare riferimento all’istruzione, alla sanità e al lavoro, e aveva collaborato al varo del grande programma di rilancio della scuola – approvato con maggioranza bipartisan all’inizio della legislatura – denominato “No Child Left Behind” (non lasciare indietro nessun allievo).
Paige ha probabilmente pagato con le dimissioni i suoi cattivi rapporti con il più forte sindacato degli insegnanti americani, la National Education Association (NEA), da lui definita all’inizio di quest’anno una “organizzazione terroristica” per la sua opposizione al “No Child Left Behind“. Il sindacato aveva risposto chiedendo a Bush di licenziare il ministro proprio alla vigilia della campagna elettorale per la presidenza. Bush non lo ha fatto (nel frattempo Paige si era scusato per l’espressione utilizzata), ma evidentemente la posizione del ministro si era indebolita, malgrado il suo indubbio impegno per la realizzazione della riforma.
La linea di politica scolastica del governo americano non dovrebbe comunque subire mutamenti, come Bush si è affrettato a chiarire subito dopo la nomina della Spellings: i finanziamenti federali agli Stati continueranno ad essere legati al miglioramento dei risultati che gli allievi ottengono nei test di lingua e di matematica (e presto anche di scienze), somministrati annualmente a tutti gli allievi tra gli otto e i quattordici anni, e almeno una volta anche a quelli che hanno tra i quindici e i diciassette anni (la scuola di base negli USA dura 12 anni). Il fatto è che i fondi erogati dal 2001 al 2004 sono stati assai inferiori a quelli promessi, e bisognerà vedere se Bush potrà destinare alla scuola risorse più consistenti in questa sua seconda presidenza, dovendo egli far fronte alle ingenti spese militari e per la sicurezza senza ricorrere all’aumento della pressione fiscale.