Chi è disponibile a essere valutato?

In merito all’articolo della Newsletter di Tuttoscuola “Valutazione: nessuno mi può giudicare…”, nel quale si cerca di interpretare le ragioni del fallimento delle iniziative volte a selezionare e premiare i docenti migliori, riceviamo la lettera del maestro Luigi Chatel, che volentieri pubblichiamo.
Invitiamo tutti gli altri lettori a partecipare e a discutere questa opinione, e a proporne di nuove, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

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Scrivo a proposito dell’articolo “Valutazione: nessuno mi può giudicare…” ed in particolare del trafiletto finale

“Le motivazioni? A quanto trapela dalle scarne informazioni che provengono dalle scuole, gli insegnanti percepirebbero come umiliante soprattutto il fatto di essere giudicati dai propri colleghi, e condizionante per la loro libertà di insegnamento la presenza di diritto del dirigente scolastico nel nucleo di valutazione, e anche l’acquisizione del giudizio dei genitori. Insomma è proprio l’idea di essere giudicati a non essere accolta dagli insegnanti. Neanche in cambio di una quattordicesima mensilità”.

Non ho la pretesa di parlare a nome di tutte le altre scuole ma posso riportare il parere di moltissimi colleghi disponibili ad essere VALUTATI (da valutare=dare valore) nel proprio operato e sul proprio operato in modo
da migliorare sempre più la qualità della scuola.
Il miglioramento del servizio non lo si ottiene creando divisioni di sorta tra buoni e cattivi, tra persone che hanno tempo e persone che devono dividersi tra le mille faccende della vita contemporanea. Vi sono momenti
storici differenti nella vita di un insegnante e da questi dipendono anche il livello e la possibilità di sortire effetti speciali o garantire comunque un dignitoso servizio.
Non condivido nemmeno la paura di essere giudicato dai colleghi o dai genitori, semmai troppo poco coinvolti questi ultimi, di fatto tenuti sempre più all’esterno della cosa scolastica. La bravura non è questione di soldi e non deve diventarlo. Piuttosto il Ministro cerchi di ottenere dei dirigenti meno burocrati e più didattici, capaci di dare parere, consiglio ed aiuti nel lavoro quotidiano; dia loro potere sanzionatorio per cassare comportamenti avvilenti per la categoria che hanno permesso al ministro (con molta poca “intellighentia” e lungimiranza) di esternare uno stato della scuola differente dalla realtà.
Bisogna pretendere che tutti facciano il proprio dovere e pagare il giusto a quanti danno ore e prestazioni aggiuntive perchè nella disponibilità  di farlo. Chi ha un proprio carisma o un dono per l’insegnamento sarà anche più bravo ma non è questione di soldi.
Soprattutto se non ci sono per le cose più importanti.

Cordiali saluti
maestro Luigi CHATEL