Che fare se l’adolescente si ritira in se stesso?

Non sono poche le parole che partendo dal giapponese sono entrate nel linguaggio internazionale, da harakiri a tsunami, da sayonara a sushi. Ora è la volta di un altro termine, “hikikomori”, che significa letteralmente “stare in disparte” e definisce un comportamento, quello del ritiro volontario da ogni contatto sociale, che dal Giappone, dove è stato identificato negli anni ottanta dello scorso secolo, si sta diffondendo anche in altri Paesi del mondo, Italia compresa.

Il fenomeno riguarda adolescenti e giovani adulti tra i 14 e i 30 anni, prevalentemente di sesso maschile, che vivono quasi sempre isolati nella loro camera da letto e preferiscono stabilire relazioni virtuali, attraverso la rete internet, piuttosto che cercare contatti con persone reali, compresi i genitori. Si tratta spesso di studenti di 15-19 anni, e perfino più giovani (c’è anche qualche alunno di scuola media), che si demotivano e abbandonano la scuola o di lavoratori giovani che si assentano o si ritirano dal lavoro.

Che fare in questi casi? Il problema se lo è posto l’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte diretto da Fabrizio Manca, un dirigente che ha mostrato in più occasioni interesse e apertura per l’innovazione educativa, che al fine di elaborare adeguate strategie di prevenzione e intervento ha sottoscritto un protocollo d’intesa triennale con la Regione Piemonte e l’Associazione nazionale Hikikomori Italia Genitori Onlus, una organizzazione che riunisce oltre 250 genitori, segno evidente della incidenza del fenomeno anche nel nostro Paese.

Il documento è stato presentato ai dirigenti scolastici e ai docenti delle scuole piemontesi del primo e secondo ciclo nel corso di un seminario ospitato lo scorso 17 gennaio nell’aula magna del Liceo classico Massimo D’Azeglio di Torino, alla presenza degli assessori regionali all’Istruzione Gianna Pentenero e alle Politiche sociali Augusto Ferrari, del citato direttore dell’Ufficio scolastico regionale Fabrizio Manca e dei rappresentanti dell’Associazione Hikikomori Italia Genitori Onlus.

Il Piemonte si pone così all’avanguardia nella prevenzione e cura di queste nuove forme di disagio, di non facile individuazione, che richiedono la stretta collaborazione tra dirigenti, docenti, operatori scolastici e famiglie. La via maestra, come sottolinea il protocollo, è la personalizzazione dell’insegnamento e di tutte le relative strategie didattico-educative.