”Tutti sei, sennò niente esami!!” non è una grida manzoniana

Il consigliere del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Max Bruschi ci ha scritto per rispondere all’intervento del dirigente scolastico Salvatore Provenzani, sulla questione della sovranità del collegio docenti, in relazione alla necessità di avere il sei in tutte le materie per accedere all’esame di Stato.

Pubblichiamo volentieri la risposta di chiarimento, invitando gli altri lettori a inviarci le loro opinioni sul tema (o su altri temi nuovi da proporre), scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Caro direttore,

sono rimasto perplesso di fronte all’ennesimo intervento del Dirigente scolastico Provenzani in materia di ammissione alle prove di maturità. Dalla sua lettera emerge una inesattezza, grave sia pure consuetudinaria nei chiacchiericci sull’Amministrazione che, per tradizione “disvorrebbe ciò che vuole“.

L’inesattezza è che “Effettivamente lo stridor di catene del primo annuncio:”Tutti sei se no, niente esami!” si è tradotto in qualcosa di meno di una grida manzoniana! Evidentemente al ministero si sono resi conto che se si fosse alla lettera applicato il nuovo regolamento agli esami sarebbero andati in pochissimi e questo sarebbe stato un danno di immagine ed economico veramente notevole!

La norma è rimasta identica, l’interpretazione pure, la tesi dell’amministrazione univoca. Tanto è vero che sono immediatamente intervenuto (come si suol dire, in tempi non sospetti) per richiamare il grave errore interpretativo in cui qualcuno, evidentemente senza aver compreso una norma chiarissima, o magari senza averla letta, stava incorrendo.

Nessuno, dico nessuno, ha mai e dico mai messo in dubbio la sovranità del collegio docenti né ha mutato la norma sulla collegialità del voto (pur potendolo fare). I testi stanno lì a dimostrarlo.

Quanto alla dichiarazione: “Ritorna l’ammissione a maggioranza per essere ammessi agli esami ed occorrerà mettere sei in tutte le materie anche in quelle in cui gli studenti hanno lacune“, mi si consentirà di manifestare la mia opinione. Avere potere, da parte del consiglio docenti, significa anche avere responsabilità nelle proprie azioni, fuori da ogni ipocrisia.

Forse è utile ricordare che l’ammissione all’esame di Stato di studenti con gravi e diffuse lacune su varie discipline rischierebbe di minare la credibilità della valutazione in ingresso e di snaturare la ratio delle stesse procedure dell’esame. Al contrario l’ammissione di studenti che non solo abbiano dato prova di un impegno e di una partecipazione apprezzabili alla vita della scuola ma siano anche stati in grado nel loro percorso di apprendimento di saper colmare, pur autonomamente, eventuali lacune restituisce all’esame di Stato la funzione di banco di prova del livello complessivo di preparazione raggiunto a conclusione del secondo ciclo di istruzione.

Personalmente, non iscriverei mai mio figlio in una scuola dove i criteri fossero diversi da questi. Questione di scelta educativa, ovvio, non di norma.

Max Bruschi

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