Centralità della scuola/1: dalle parole ai fatti

Insomma l’istruzione è uno dei settori che ha pagato di più in questi anni per il risanamento dei conti pubblici. Mentre i nostri studenti scivolavano in fondo nelle graduatorie internazionali sull’apprendimento, il Paese ha ridotto il proprio impegno verso la scuola: ci sarà una relazione tra questi fenomeni? E non sarà il caso di invertire la tendenza, e di stabilirlo con chiarezza ora che si torna a votare per una nuova legislatura?

Invece nei programmi elettorali delle principali forze politiche (come vedremo più avanti) lo spazio dedicato all’istruzione non è molto, ed è fatto soprattutto di slogan, parole a effetto, piuttosto che di proposte concrete e misurabili.

Se davvero l’istruzione deve diventare centrale per il sistema Paese, se davvero lo sviluppo economico e sociale comporta investire in risorse umane mediante la formazione, come (a parole) affermano i partiti, il primo impegno del nuovo Governo dovrebbe essere quello di tradurre gli obiettivi politici in misure di accompagnamento concrete e significative, a cominciare da consistenti investimenti economici sulla scuola.

Se non vi saranno tante, tante risorse in più, i conclamati obiettivi di riforma e di innovazione per la scuola suoneranno a vuoto, come “cembali sonori”.