
Censis/2. Lottava “giara”
Se anche il mondo della formazione ha le caratteristiche autocentrate della “giara” (con poche eccezioni: alcune sperimentazioni d’avanguardia, i risultati ottenuti dai pochi ricercatori eccellenti che non sono emigrati, l’apertura internazionale del lavoro fatto dall’Invalsi) ci sembra corretto formulare il seguente quesito: può essere la ‘Buona Scuola’ una risposta adeguata al bisogno di riorientamento e nuove aspettative individuato da De Rita come tratto essenziale e trasversale dell’Italia di oggi?
A noi sembra che l’intenzione di Renzi sia esattamente quella, tanto che in qualche commento (anche nostro) si è definito il modello di scuola delineato nel documento governativo come quello della ‘Scuola della nazione’, un bene comune che è interesse di tutti salvaguardare, anche al di là delle appartenenze politiche e degli interessi settoriali.
Che poi le misure proposte, a partire dall’assunzione in massa dei 148.000 ex Gae, e dalla carriera basata sugli ‘scatti di competenza’ triennali, tanto per fare due esempi, siano all’altezza delle intenzioni e della aspettative del presidente Renzi, è altro discorso, ed è giusto e costruttivo che se ne discuta. Però senza perdere di vista la necessità – che ci sembra che De Rita abbia lucidamente evidenziato – di ridare alla scuola (e alla società) italiana un orizzonte di senso, una mission unificante.
E’ auspicabile che, almeno da questo punto di vista, aumenti nella classe politica e più ampiamente dirigente la consapevolezza della posta in palio e che cessino le contrapposizioni aprioristiche (ma spesso opportunistiche) e le schermaglie de minimis a cui da troppo tempo si è ridotto in Italia il dibattito sulla politica scolastica.
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via