Carrozza/1. Più investimenti o me ne vado

La secca dichiarazione del ministro Maria Chiara Carrozza, intervenuta venerdì scorso a Nove in Punto su Radio 24 (“O ci sono margini per un reinvestimento nella scuola pubblica oppure devo smettere di fare il ministro dell’Istruzione”), segna un punto di svolta rispetto all’atteggiamento molto più remissivo (o rassegnato, o realistico) che gli ultimi ministri dell’istruzione (Fioroni, Gelmini, Profumo) hanno avuto nei confronti dei rispettivi colleghi di governo ministri dell’economia (Padoa Schioppa, Tremonti, Monti-Grilli).

Bisogna risalire a Letizia Moratti per avere notizia di qualche (misurata) tensione con il ministro dell’economia pro tempore, anche allora Tremonti, mentre il suo predecessore Luigi Berlinguer aveva ottenuto un importante stanziamento a sostegno dell’autonomia delle istituzioni scolastiche grazie a una legge (la 440/1997) e al suo prestigio politico all’interno del governo, in quel periodo presieduto da Romano Prodi.

Dal 2007 in avanti il Miur ha subito un notevole e crescente contenimento delle sue risorse, acceleratosi con la grande crisi finanziaria internazionale iniziata nel 2008, ma preannunciato già l’anno prima dai tagli lineari e dalla cosiddetta ‘clausola di salvaguardia’ previsti nella legge Finanziaria 2007 firmata da Padoa Schioppa.

Proprio venerdì scorso, in occasione del Consiglio dei ministri, il titolare dell’economia Saccomanni ha raccomandato ai suoi colleghi di governo di “non fare annunci su materie o cose che non siete sicuri di poter fare”. Carrozza, per la verità, non ha fatto annunci specifici, però ha sollecitato con forza investimenti, anzi “margini di reinvestimento” per la scuola pubblica.

E tornando sul tema, a margine del Technology Forum Ambrosetti, ha garantito: “ho voluto fare queste affermazioni, ma il governo farà squadra. Il segnale positivo è che c’è la volontà di entrare nel merito, capire come spendiamo, e cercare risorse per la scuola”.

Vedremo presto se tali margini sussistono, e in che misura. Per fare che cosa?