Carrozza, la valutazione non è un ‘giudizio di Dio’

Bisogna “uscire da una logica di ‘guerre di religione’ sulla valutazione“, non si tratta del “giudizio di Dio“: lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, intervenendo alla presentazione del Rapporto Invalsi 2013 svoltasi questa mattina, presso l’Istituto tecnico industriale Galileo Galilei di Roma

Non si comprende la valutazione – ha spiegato – se non la si lega alla conoscenza: alla consapevolezza di limiti, potenzialità. E’ alla luce di questa ‘filosofia della valutazione’, legata alla necessità di conoscere quello che facciamo e come lo facciamo, che dobbiamo vedere le prove Invalsi“.

La dichiarazione del ministro non va letta come una presa di distanza dalle prove e dai dati Invalsi, ma costituisce certamente una apertura di dialogo con gli insegnanti, molti dei quali si sentono insidiati nella loro funzione di titolari della valutazione didattica.

Quanto ai primi dati relativi alle prove 2013, lo storico divario tra Nord e Sud del Paese risulta confermato nei risultati conseguiti dagli studenti della seconda e quinta elementare, della prima e della terza media e della seconda superiore.

Il rapporto, che ha l’obiettivo di stimolare i processi di autovalutazione per migliorare le performance delle scuole, si è basato su un campione di circa novemila classi e di oltre 189mila studenti, ma complessivamente, nell’anno scolastico appena concluso, nelle prove Invalsi di italiano e matematica sono state coinvolte 13.232 scuole, 141.784 classi e 2 milioni 862mila studenti.

I risultati dell’anno scolastico 2012-2013 sono in linea con quanto emerso dalle precedenti rilevazioni: le regioni del Mezzogiorno ottengono in generale risultati peggiori, anche se si rilevano miglioramenti per Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata. Un ritardo, quello del Mezzogiorno, che si evidenzia già nei gradi iniziali dell’istruzione e che tende ad ampliarsi lungo il ciclo di studi.