Cambiamenti di scenario nelle relazioni tra governo e sindacato, a scuola e nel Paese

Il barometro delle relazioni tra governo e organizzazioni sindacali segna cattivo tempo. Non si tratta solo delle polemiche a distanza nel corso del Congresso CGIL di Rimini tra il premier Renzi e il segretario generale Camusso, alla quale, per di più, si sono aggregati Bonanni e Angeletti. Anche nell’ambito del MIUR, nei giorni scorsi Organizzazioni Sindacali e Amministrazione si sono contrapposte con una durezza inusitata persino nei tempi più bui dei governi di centro destra, “geneticamente” lontani dal mondo sindacale. 

Il casus belli  è costituito dai provvedimenti adottati dal Miur per l’aggiornamento delle graduatorie di istituto e per il secondo ciclo di TFA. Tutte le organizzazioni sindacali hanno denunciato che, mentre non era ancora conclusa la fase del confronto sindacale, in cui, peraltro, esse avevano eccepito la lacunosità dell’informativa ricevuta, il MIUR aveva già annunciato sul proprio sito la firma dei relativi decreti ministeriali. Evidente, per i sindacati, l’intenzione del ministro Giannini di adottare i provvedimenti di cui trattasi in totale autonomia. Posizione, quest’ultima, avallata politicamente dal maggior partito della coalizione di governo, il PD, mediante una dichiarazione congiunta di Davide Faraone, responsabile Welfare e Scuola, e di Simona Malpezzi, componente della Commissione Cultura della Camera.

Il Governo sembra voler ridimensionare tout court il ruolo del sindacato. Come non ricordare la posizione del ministro Marianna Madia, che lo scorso mese di marzo, nel preannunciare la riforma della Pubblica Amministrazione, disse che si sarebbe dato luogo ad un confronto sindacale sulla materia solo se ci fosse stato tempo? E come non ricordare le parole del premier Renzi, il quale, intervistato da Fazio a Che tempo che fa, lo scorso 8 marzo, disse che il “suo” governo si sarebbe “fatta una ragione” delle riserve sindacali sulla riforma dell’assegno di disoccupazione?

Un cambiamento di scenario profondo e l’impressione è che siamo solo al primo atto. È difficile che la grande trasformazione che sta ridisegnando la politica italiana non finisca di riguardare anche le confederazioni sindacali, come testimonia l’iniziativa promossa dalla CISL di cui parliamo nella prossima news.