C’è precario e precario

La conversione del decreto legge sullo sviluppo sembra essere l’occasione per tentare l’assalto alla diligenza e per cercare un po’ di visibilità alla ricerca di consensi da parte dei precari, sia di quelli storici che lavorano in situazione critica nella scuola sia di quelli che precari ancora non sono ma che sperano di diventarlo una volta laureati o specializzati.

La diligenza di cui parliamo sono le graduatorie ad esaurimento che il governo Prodi (ministro dell’istruzione Fioroni) con la finanziaria 2006 aveva inventato per porre fine al precariato permanente, blindandole senza possibilità di nuovi ingressi.

La diligenza aveva già subito un assalto nel 2008, perdendo la sua inviolabilità e consentendo, così, l’ingresso di un gruppetto di laureandi e specializzandi.

Il nuovo assalto, questa volta non è riuscito e circa 20 mila altri laureandi sono rimasti fuori dalle graduatorie, facendo felice, forse l’ex-ministro Fioroni e il suo vice Mariangela Bastico. Il Pd di oggi, invece, sembra non essere molto soddisfatto, stando alle dichiarazioni dell’on. Ghizzoni.

Il decreto sullo sviluppo ha previsto anche che non vi possa essere direttamente l’immissione in ruolo per sentenza della magistratura ordinaria nei confronti dei precari storici con almeno tre anni di servizio continuativo nella stessa sede, dribblando in questo modo una norma dell’Unione europea. Ovviamente i precari interessati a questa disposizione, ferocemente criticata da IdV, non hanno nulla a che fare con la faccenda del mancato inserimento nelle graduatorie ad esaurimento dei 20 mila laureandi prossimi a conseguire l’abilitazione all’insegnamento.  

Può capitare, quindi, che nella foga di esprimere solidarietà ai precari (storici e futuri) qualche parlamentare confonda i due gruppi, come è successo al sen. Valditara (Fli).

Con il maxiemendamento al dl sviluppo, il governo esclude dalle graduatorie i docenti con almeno tre anni di servizio che, in base ad una direttiva comunitaria e in virtù di una norma approvata a larga maggioranza in Parlamento, avrebbero dovuto esservi inseriti”.

Lo afferma in una nota il senatore di Fli, Giuseppe Valditara sottolineando che “ancora una volta il governo penalizza la scuola e trascura e umilia circa 20mila precari che già svolgono un lavoro prezioso per l’istruzione italiana”.