Buona Scuola: FGA critica sulla formazione iniziale

Formazione iniziale e accesso all’insegnamento temi del quinto e ultimo tavolo di ascolto e confronto sulla Buona Scuola svoltosi al Miur e presieduto dal sottosegretario Davide Faraone

La Fondazione Giovanni Agnelli in occasione dell’incontro di oggi al MIUR sul nuovo modello di formazione iniziale dei docenti di secondaria ha espresso quattro critiche rilevanti all’impostazione data dalla legge 107/2015 (La Buona Scuola) a una delle questioni più urgenti e delicate della scuola italiana: come formare insegnanti migliori e più motivati? 

Il direttore della FGA, Andrea Gavosto, le ha così motivate:

1. Ci allontana dall’Europa. Il sistema proposto è strettamente sequenziale, nel quale la teoria (sia disciplinare sia pedagogica-didattica) viene sempre prima della pratica: i momenti di effettiva pratica didattica nelle scuole sono, infatti, esplicitamente previsti solo a partire dal secondo anno del tirocinio triennale (non è chiaro, infatti, se nel primo anno dopo il concorso siano previsti momenti di insegnamento pratico). Questo modello è del tutto anomalo rispetto a quello prevalente nel resto d’Europa, dove si è imposto quello parallelo. 

 2.  Non distingue chiaramente ciò che va tenuto distinto: abilitazione e assunzione. Un principio che crediamo resti fondamentale per la scuola pubblica italiana è che abilitazione non significa ancora assunzione (principio ribadito, peraltro, anche dal documento iniziale della Buona Scuola). L’assunzione segue l’abilitazione, e non tutti gli abilitati hanno il diritto di essere assunti.

3. Non definisce modi e criteri della valutazione che portano all’assunzione a tempo indeterminato. Così come si legge nel testo della delega, al termine del percorso triennale di tirocinio, il candidato sottoscrive un contratto a tempo indeterminato, a condizione di una “positiva conclusione e valutazione”. Viene spontaneo chiedersi: a chi spetta una decisione così importante? Con quale rigore ci si aspetta che questa venga presa? Il testo è totalmente silente in merito.   

4. Dura troppo. Così come previsto, il sistema prevede che un insegnante si formi in 8 anni (5 di università + 3 di tirocinio). Tenuto conto che in media un laureato italiano consegue il titolo in 7 anni, gli anni diventano 10. A nostro avviso, decisamente troppi, anche alla luce di quel che accade negli altri sistemi europei (ad esempio, il sistema tedesco, comparativamente uno dei più lunghi, può avere una durata di 4-5 anni per insegnare nella secondaria inferiore e 6-7 anni per la secondaria superiore).

Il documento integrale, che comprende anche alcune proposte avanzate dalla FGA, può essere letto al seguente indirizzo:(http://www.fga.it/news/tutte-le-news/dettaglio/article/la-formazione-iniziale-degli-insegnanti-secondo-la-buona-scuola-un-modello-discutibile-553.html#.VjJZyDJd670)