Buona scuola: hanno davvero vinto i sindacati, e a che prezzo?

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Il quotidiano online ilsussidiario.net ha ospitato nei giorni scorsi un vivace scambio di opinioni, non privo di asprezze polemiche, tra un noto esperto di scuola, il prof Paolo Ferratini, e la segretaria della Cisl scuola Maddalena Gissi. Oggetto del contendere la lettura politica del contratto recentemente siglato dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil (ma non da Snals e Gilda, che però hanno partecipato alla trattativa): un caso di “iattanza sindacatocentrica” secondo Ferratini (opinione condivisa dall’ex presidente dell’ANP Giorgio Rembado), il recupero da parte del sindacato di “spazi che gli erano stati impropriamente sottratti” secondo la segretaria della Cisl scuola.

In discussione soprattutto il ridimensionamento per via pattizia delle attribuzioni del dirigente scolastico, perché il contratto gli sottrae l’autonoma determinazione del bonus per merito, prevista dal comma 127 della legge 107, riservandola alla contrattazione tra lo stesso dirigente e la RSU della scuola: un esempio di disapplicazione della legge e di “allargamento vistoso della concertazione”, sostiene Ferratini, che si concreta a livello nazionale nella creazione di un organismo paritetico con il quale “si delega potere propositivo e interdittivo alle parti su una materia come l’innovazione organizzativa, che, fatti salvi i vincoli contrattuali, dovrebbe essere spettanza esclusiva dell’amministrazione”. La contrattazione del bonus tra DS e RSU produrrà a suo avviso una distribuzione a pioggia. E dunque “i sindacati hanno ragione a festeggiare”, perché “ha stravinto il principio livellatorio del ‘todos caballeros’”. Insomma, conclude, “Disintermediazione, addio”.

Non ci sta la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a cui giudizio è invece “con i contratti e non con le leggi calate dall’alto (che) si riformano la scuola e la pubblica amministrazione”.

L’analisi del voto del 4 marzo ci dirà se e quanto la ‘cura Fedeli’ sarà servita a riportare verso il centro-sinistra a guida PD il consenso degli insegnanti.

Una cosa è certa, come risulta anche dalla letteratura internazionale in materia di riforme scolastiche: i cambiamenti hanno successo solo se ne vengono accuratamente progettati gli obiettivi e le condizioni di fattibilità, la più importante delle quali è il coinvolgimento attivo di insegnanti motivati e preparati, con o anche senza l’intermediazione dei sindacati.