Buona Scuola, bilancio provvisorio a pelle di leopardo/1. I risultati

Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha salutato il primo compleanno della legge 107/2015 (approvata il 9 luglio 2015 ed entrata in vigore il 16, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) tracciando un bilancio ampiamente positivo della legge, che a suo giudizio “interpreta una precisa scelta e una priorità del Governo, cioè scommettere sull’istruzione come asse strategico dello sviluppo e della crescita del Paese” (http://tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=38909).

Che questo fosse l’intendimento dell’attuale Governo, e in particolare del suo presidente Matteo Renzi, non c’è dubbio. Che i risultati corrispondano pienamente alle intenzioni del premier e alle aspettative di rilancio strategico della scuola suscitate dalla legge sarebbe invece affermazione eccessivamente ottimistica: un “wishful thinking”, qualcosa che si colloca tra il desiderio e l’illusione. 

In realtà l’immagine più adatta a rappresentare il bilancio di questo primo anno di vita della Buona Scuola è a nostro avviso quella della pelle di leopardo. Vediamone gli aspetti essenziali.

Tra le poste attive del bilancio vanno messi gli investimenti nell’edilizia scolastica e per la scuola digitale, l’aumento delle risorse messe a disposizione degli istituti e le pur complicate e discusse ma importanti misure in materia di stabilizzazione del personale precario e di nuove assunzioni per concorso. Positiva per rapidità di esecuzione, ma da valutare meglio a consuntivo, è apparsa anche l’operazione relativa ai 500 euro da spendere per l’aggiornamento professionale, e soprattutto la sacrosanta affermazione del principio che “la formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale”. L’operazione ‘alternanza scuola lavoro’, infine, è stata portata avanti in modo determinato anche se un po’ schematico, e andrà a sua volta valutata a consuntivo.

Ma la pelle del leopardo è screziata…