Bullismo: a Trento le scuole si uniscono per contrastarlo

Il bullismo si vince denunciando e raccontando, i ragazzi lo sanno. E chiedono il “pugno duro” nei confronti dei bulli. E’ quanto emerge dall’indagine svolta dal sei istitui comprensivi di Trento nell’ambito del percorso di prevenzione e contrasto al bullismo realizzato grazie al sostegno di Etika, l’offerta luce e gas della Cooperazione Trentina con Dolomiti Energia, in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento. Un percorso che ha portato tutti gli Istituti di Trento coinvolti ad ottenere la certificazione per la prevenzione e il contrasto al bullismo. Trento è l’unica città d’Italia ad avere raggiunto un traguardo così elevato.

Il percorso ha coinvolto tutti i protagonisti del mondo della scuola: studenti, personale scolastico (insegnanti e personale ATA) e famiglie. Una delle tappe più rilevanti è stata l’indagine effettuata per rilevare la percezione rispetto ai “comportamenti da bulli” vissuti in contesto scolastico.  Nei mesi di dicembre 2022 e gennaio 2023, ben 2.809 studenti delle scuole secondarie di primo grado e in alcuni casi anche delle classi quarta e quinta delle primarie degli otto Istituti hanno potuto esprimere la loro opinione e il loro sentire compilando dei questionari. I risultati del progetto e dell’indagine sono stati presentati lo scorso 5 giugno 2023 durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Roberto Simoni, presidente della Cooperazione Trentina, Romano Stefani di Dolomiti Energia, Paola Pasqualin, dirigente portavoce della rete degli Istituti comprensivi di Trento coinvolti nel progetto e Viviana Sbardella, Sovrintendente scolastica.

Dal questionario emerge una buona situazione di partenza: l’83% dei ragazzi racconta infatti di stare bene o abbastanza bene in classe; presente anche un 13% di indifferenza che risponde “né bene né male” e un 3% (corrispondente a 36 persone) che invece dice di stare male, con distribuzione uniforme nei vari Istituti. Il 4% degli studenti pensa che a scuola non ci siano bei momenti, ricreazione, tragitto o tempo libero che sia, attività invece indicate come preferite dagli altri.

Il 52% dei ragazzi dichiara di non aver mai subito, fatto o visto gesti di bullismo. Una percentuale importante, invece, circa il 30%, racconta di aver assistito ad episodi di bullismo, il 12% di aver subito prepotenze e il 2% di averle anche compiute. Dalle risposte è emersa la consapevolezza che il bullismo si vince solo denunciando l’aggressore e parlando con gli adulti. Il 56% degli intervistati sceglierebbe un genitore, il 48% un insegnante. Oltre la metà degli studenti ritiene che sia necessario parlare in classe, il 10% sceglie di essere amico della vittima e il 36% di fare qualcosa in più, come difenderla. Solo il 3% crede non si possa fare nulla.

Contro i bulli i ragazzi chiedono il “pugno duro”: punizioni (26%), sospensioni (7%), denuncie o richiami (6%), espulsione o bocciatura (5%). Solo il 12% ritiene che i bulli vadano aiutati al pari delle vittime. Risultato opposto, invece, è quello che emerge dai questionari compilati da genitori e insegnanti, che riconoscono nei bulli una fragilità da sostenere ed accompagnare verso un percorso di recupero e consapevolezza.

Un’ultima curiosità: le esperienze di bullismo rilevate dal personale scolastico sono circa il doppio di quelle percepite dai genitori. Questo significa che l’alleanza educativa tra scuola e famiglia resta il terreno primario su cui lavorare per affrontare il fenomeno, colmando quei gap informativi e formativi che entrambe le componenti adulte consultate hanno dichiarato di sentire.

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