Blair: più autonomia per le scuole

458 voti a favore, 115 contro. La terapia d’urto proposta dal premier inglese Tony Blair per migliorare la qualità dell’istruzione secondaria britannica è stata approvata dal Parlamento con una votazione bipartisan, che ha però visto schierarsi contro la legge voluta dal leader laburista oltre cinquanta parlamentari del suo stesso partito, mentre quasi tutti i deputati conservatori hanno deciso di votare a favore.

In una successiva votazione sulle condizioni e procedure d’attuazione della legge i cinquanta dissenzienti laburisti si sono invece alleati con i conservatori, interessati a prendere tempo, nel tentativo di ritardare e complicare l’applicazione delle nuove regole, ma sono stati sconfitti, sia pure di poco (290 contro 300).

La ricetta proposta da Tony Blair è in linea con la politica scolastica (e sociale) sviluppata dai suoi governi dal 1997 a oggi: più mercato, più attenzione per la domanda (customer’s satisfaction), maggiori responsabilità per gli organi di governo delle scuole finanziate con risorse pubbliche (oltre il 90% del totale, ma meno della metà gestite direttamente dalle LEA, Autorità Educative Locali, il resto da Chiese, fondazioni, associazioni, organizzazioni del volontariato). Tra le novità più importanti la maggiore caratterizzazione dell’offerta delle singole scuole, anche in deroga dai piani di studio ordinari, la possibilità di creare reti di scuole coinvolgendo le imprese del territorio nella loro gestione (ma anche nella definizione dei piani di studio), l’impegno a migliorare le performances degli studenti, il cui comportamento dovrà essere più rigorosamente controllato e valutato dai docenti.

Ma se la qualità dei risultati, a partire da quelli ottenuti dagli studenti negli esami, resta insoddisfacente per due anni consecutivi, la scuola può essere soppressa: con la revoca del finanziamento pubblico decadono anche gli organi di governo e gestione della scuola, che è come se fosse dichiarata fallita. Chi rischia di più sono gli amministratori (“governors”) e il preside (headteacher), ma anche gli insegnanti dovranno cercare in quel caso una diversa sistemazione.